Perché la NATO agisce con cautela nel abbattere i caccia russi che violano il suo spazio aereo

Negli ultimi mesi, la NATO si è trovata ad affrontare un crescendo di provocazioni provenienti dalla Russia, che ha più volte violato lo spazio aereo dei paesi membri.
Questi incidenti, avvenuti con frequenza crescente, hanno sollevato preoccupazioni significative sulla capacità dell’Alleanza di rispondere in modo efficace senza provocare un’escalation immediata nel conflitto.
L’11 settembre, tre caccia MiG-31 russi sono entrati nello spazio aereo dell’Estonia per 12 minuti, e la reazione della NATO è stata rapida: gli F-35 italiani, parte di una missione rafforzata di pattuglia aerea nei paesi baltici, sono stati schierati per intercettare e monitorare i velivoli ostili.
Prima di quell’episodio, altri droni russi avevano invaso lo spazio aereo polacco, alcuni dei quali sono stati abbattuti da F-16 polacchi e F-35 olandesi.
La posizione ufficiale dell’alleanza è che agirà nel rispetto del diritto internazionale, impiegando tutti i mezzi militari e civili necessari a garantire la sicurezza dei suoi membri.
Tuttavia, le regole di ingaggio, che sono top secret, stabiliscono in quali circostanze e con quali modalità la forza può essere utilizzata.
Gli esperti sottolineano che la cautela della NATO deriva dalla volontà di evitare un’escalation incontrollata, mantenendo comunque la fermezza necessaria per proteggere i propri territori.
Jens Stoltenberg, segretario generale, ha dichiarato che le decisioni sullo sparare o meno contro i velivoli russi si basano su attente valutazioni di intelligence e rischi.
La prudenza adottata in casi come quello del 19 settembre – quando i jet russi sono penetrati nello spazio aereo estone – si calcola anche considerando che non si sia di fronte a una minaccia immediata.
La questione di modificare le regole di ingaggio è oggetto di discussione interna, con alcuni paesi che chiedono risposte più rapide e decise, soprattutto in considerazione delle provocazioni ripetute.
La memoria di episodi passati, come il abbattimento di un aereo russo Su-24 da parte della Turchia nel 2015, evidenzia le difficoltà e i delicate equilibri coinvolti.
L’obiettivo principale della NATO resta quello di mantenere un equilibrio tra deterrenza militare e cautela diplomatica, per evitare crisi più gravi e rischi di escalation incontrollata, rispettando i limiti imposti dal diritto internazionale e dalla propria sicurezza collettiva.