Trump si prepara a un incontro decisivo con i leader arabi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul futuro di Gaza
Alla vigilia dell’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si appresta a intraprendere una vigorosa attività diplomatica, concentrandosi sull’intensificarsi della crisi nel territorio di Gaza.
Fonti affidabili riferiscono che l’evento principale riguarda negoziati con i principali leader arabi e musulmani, programmati a New York per martedì.
L’obiettivo di questa importante riunione è trovare soluzioni per porre fine alle ostilità e definire una posizione condivisa riguardo alle strategie di ricostruzione post-conflitto.
Secondo Axios, parteciperanno al incontro alti funzionari di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Giordania e Turchia.
La Casa Bianca mira a mobilitare questi paesi affinché supportino un piano di stabilizzazione e ricostruzione regionale, incluso il possibile dispiegamento di forze di peacekeeping internazionali per sostituire le truppe israeliane.
Si prevede che i leader arabi chiedano a Trump di esercitare pressione su Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, affinché sospenda le operazioni militari a Gaza e riconsideri i piani di annessione di parti della Cisgiordania.
Gli Emirati hanno già avvertito che l’annessione israeliana potrebbe minare gli Accordi di Abraham, importanti successi diplomatici del primo mandato di Trump.
Inoltre, nello stesso giorno, Trump organizzerà incontri separati con i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo — Arabia Saudita, Emirati, Qatar, Oman, Bahrein e Kuwait — per discutere di questioni legate alla situazione palestinese, agli ultimi attacchi aerei israeliani contro i leaders di Hamas in Qatar, e alle garanzie di sicurezza regionali.
Le nazioni della regione richiederanno assicurazioni da Washington affinché simili atti militari non si ripetano, per garantire maggiore stabilità nella regione.
In questo contesto, il 21 settembre, Regno Unito, Canada e Australia hanno ufficialmente riconosciuto lo stato di Palestina, seguiti da altri dieci paesi che intendono fare lo stesso nei prossimi giorni, in risposta alla crescente crisi umanitaria a Gaza, a seguito degli attacchi israeliani e delle operazioni contro la leadership di Hamas.
Gli sforzi diplomatici e l’appoggio internazionale sono ora più urgenti che mai, e le riunioni all’ONU saranno decisive nel definire le future strategie di intervento nella regione.