Nuove tracce di vita potenziale su Marte: scienziati scoperte indizi nel cratere Eos

Chas Pravdy - 20 Settembre 2025 20:27

Un team internazionale di scienziati planetari ha effettuato una scoperta rivoluzionaria che potrebbe modificare radicalmente le nostre conoscenze sulla storia di Marte e sulle condizioni che un tempo potrebbero aver permesso la comparsa della vita.

A pochi giorni dall’annuncio della NASA riguardante la possibile individuazione di biosignature nelle rocce marziane del cratere Canyon Smeraldo, gli ricercatori hanno continuato a analizzare i dati e hanno rivelato nuove evidenze nella regione del cratere Eos.

Gli studiosi suggeriscono che quest’area potrebbe aver rappresentato in passato un ambiente acquatico attivo, in grado di creare condizioni favorevoli allo sviluppo di forme di vita microbica.

Con strumenti altamente avanzati come il PIXL, un dispositivo a raggi X installato sul rover, e un nuovo algoritmo chiamato MIST, sono stati identificati 24 minerali diversi che raccontano la storia geologica del cratere, testimoniando interazioni prolungate tra acqua e roccia.

Tra questi, si evidenzia la presenza di sepiólito, un minerale che si forma in acque alcaline e a bassi temperature, considerato uno dei candidati principali per sostenere la vita sia sulla Terra che, forse, su Marte.

La varietà di minerali, tra cui greenalite e genzingerite, indica che in passato ci sono state fasi di acque calde e acide, condizioni che all’epoca rappresentavano un ambiente ostile per la vita microbica.

Tuttavia, nel corso dei millenni, la chimica dell’acqua sarebbe mutata portando condizioni più neutre e alcaline, più adatte alla sopravvivenza dei microrganismi.

Inoltre, gli scienziati hanno rilevato tracce di strutture vulcaniche contenenti minerali come olivino, piroxene e feldspato, che attestano come il fondo del cratere Eos si sia formato attraverso antichi flussi lavici, successivamente trasformatisi mediante l’azione dell’acqua.

Ulteriori prove indicano la presenza di antiche acque calde e acide che testimoniano una complessa storia idrologica lunga milioni di anni.

Questi risultati rafforzano la teoria secondo cui Marte un tempo era un pianeta attivo, in grado di offrire ambienti favorevoli alla vita microbica.

Gli studiosi sperano che queste nuove informazioni possano guidare future esplorazioni e forse portare alla scoperta di tracce di vita anche nelle zone più remote del Pianeta Rosso.

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