Nuove restrizioni ai media al Pentagono: protezione dei segreti o attacco alla libertà di stampa?

Chas Pravdy - 20 Settembre 2025 17:38

Nell’agosto 2023, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato una serie di riforme radicali riguardanti l’accesso dei giornalisti alle informazioni e ai documenti relativi alle attività militari del paese.

Questa decisione ha scatenato un ampio dibattito nella società e tra gli operatori dei media, poiché mette in discussione i principi fondamentali di trasparenza e apertura del governo.

Secondo le nuove direttive, i rappresentanti dei media devono firmare accordi speciali che vietano loro di raccogliere o diffondere informazioni non approvate ufficialmente dalla dirigenza del Dipartimento della Difesa per la pubblicazione.

La violazione di tali norme può comportare la revoca delle credenziali, complicando notevolmente il lavoro di reportage sulle attività militari.

Questa politica, formulata in un memorandum interno e diffusa pubblicamente attraverso la stampa, ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni mediatiche e di difensori dei diritti umani, che la considerano un attacco diretto all’indipendenza del giornalismo e alla libertà di stampa.

Tuttavia, il Dipartimento della Difesa sostiene che il suo obiettivo principale è garantire la sicurezza e la protezione delle informazioni riservate, aggiungendo che tutti i dati divulgati devono essere previamente approvati dalle autorità competenti.

Inoltre, queste misure potrebbero limitare significativamente i movimenti dei giornalisti all’interno delle strutture militari.

Diverse aree dell’edificio saranno interdette a personale non autorizzato, rendendo più difficile il lavoro dei giornalisti che in passato potevano muoversi più liberamente all’interno del complesso.

Tali restrizioni sollevano legittime preoccupazioni circa un possibile tentativo di censura e di occultamento di dettagli importanti riguardo alle Forze armate degli Stati Uniti.

L’Associazione della stampa del Pentagono ha dichiarato di essere al corrente della nuova direttiva e di esaminarla attentamente.

Seth Stern, direttore della tutela dei diritti presso la Freedom of the Press Foundation, ha affermato che il governo non ha il diritto legale di imporre ai giornalisti di rinunciare al loro diritto di indagare o verificare le informazioni, ritenendo che questa politica costituisca una forma di censura preventiva, la più grave violazione del Primo Emendamento statunitense.

La situazione riflette un crescente rapporto di conflitto tra lo Stato e i media, in un contesto in cui l’amministrazione Trump ha implementato molte restrizioni e ha intentato cause contro vari organi di stampa, tra cui The New York Times e The Wall Street Journal.

Recenti rivelazioni hanno anche mostrato come il Pentagono, sotto la guida del segretario Pentry Hegseth, abbia divulgato piani militari segreti in chat private e abbia invitato Elon Musk a briefing altamente riservati su scenari di guerra possibili con la Cina.

Inoltre, attacchi militari contro navi venezuelane, che hanno provocato diverse vittime, hanno attirato l’attenzione dei media.

Da inizio anno, la politica restrittiva nei confronti della stampa si è intensificata, con l’espulsione di alcuni media dagli uffici militari e la limitazione dell’accesso alle strutture.

Hegseth, ex conduttore di Fox News, mostra un atteggiamento sempre più conflittuale nei confronti dei giornalisti, accusandoli di tentare di sabotare l’agenda di Trump attraverso leak fatti da ex impiegati scontenti.

Dopo l’attacco all’Iran a giugno, si è svolta solo una conferenza stampa pubblica.

Su X (ex Twitter), ha scritto che “il controllo del Pentagono è nelle mani del popolo, non della stampa”.

La nuova direttiva richiederà ai giornalisti di firmare un impegno scritto secondo cui l’uso di informazioni non autorizzate comporterà la sospensione immediata del loro accesso.

La norma definisce come “controllata non classificata” anche quella categoria di informazioni che, se divulgate, potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.

Restano ancora da chiarire se il divieto riguarderà anche tentativi di ottenere informazioni tramite contatti con personale militare o verificare dati raccolti con altri mezzi.

L’Associazione della stampa del Pentagono ha dichiarato di essere in fase di valutazione, mentre alcuni esperti legali ritengono che queste restrizioni possano violare i diritti fondamentali alla libertà di stampa e configurare una forma di censura preventiva illegale.

Fonte

#Politica