Le indagini approfondite nella regione di Kiev smascherano un vasto schema di sfruttamento lavorativo di migranti uzbeki

Un’ampia operazione condotta dalle autorità nella regione di Kiev ha portato alla luce gravi violazioni dei diritti umani e pratiche di schiavitù moderna.
Secondo l’ufficio del procuratore regionale, gli investigatori hanno scoperto un gruppo guidato da un cittadino cinese, specializzato nel reclutamento forzato e nella detenzione di migranti uzbeki sotto coercizione.
Questo schema criminale prevedeva il reclutamento mirato di persone vulnerabili, principalmente disoccupate e in condizioni economiche precarie, sfruttando inganni e l’uso della forza fisica e psicologica.
I trafficanti trasportavano i cittadini uzbeki in strutture della regione di Kiev, dove venivano trattenuti in condizioni disumane, privi di libertà di movimento, accesso alle necessità di base e perfino ai servizi igienici.
Tre sospetti — due cinesi, un uzbeko e una donna ucraina — sono stati arrestati durante le perquisizioni.
Sono stati sequestrati documenti, veicoli e prove che attestano il loro coinvolgimento nelle attività criminali.
Questi fatti indicano una operazione consapevole di sfruttamento, finalizzata a ottenere profitti attraverso il lavoro forzato di queste vittime.
Sono state avviate procedimenti penali contro tutti e quattro gli organizzatori, attualmente sotto indagine.
Questo caso evidenzia l’importanza di rafforzare il quadro legislativo e i meccanismi di lotta contro la tratta di esseri umani in Ucraina, dove la maggior parte delle vittime proviene ancora dall’interno del paese e spesso rimane invisibile agli occhi della società.
Le autorità ribadiscono il loro impegno nel contrastare questi crimini e invitano la cittadinanza a vigilare sui segnali di lavoro forzato e traffico di esseri umani.
Campagne recenti contro la tratta hanno dimostrato la loro efficacia nell’aumentare la consapevolezza e nel proteggere le vittime, sottolineando l’importanza di proseguire con queste iniziative.