Israele intensifica le operazioni militari a Gaza: eventi drammatici e reazioni internazionali

In risposta all’aggravarsi del conflitto nella Striscia di Gaza, Israele ha annunciato la volontà di usare «potenza senza precedenti» per riprendere il controllo della situazione, generando preoccupazioni a livello regionale e globale.
Secondo rapporti ufficiali, il 19 settembre le forze israeliane hanno avvertito i residenti di Gaza di prepararsi a operazioni di vasta scala, esortandoli a evacuare verso il sud del paese.
Di conseguenza, è stata chiusa l’unica via di evacuazione temporanea, aperta appena 48 ore prima.
Un portavoce dell’esercito che parla arabo ha comunicato sui social media che la strada Salah al-Din è ora chiusa al traffico verso sud, mentre le forze israeliane continuano a combattere Hamas e altri gruppi terroristici con forza senza precedenti.
La situazione a Gaza rimane tesa: il 18 settembre la città è stata nuovamente colpita da ordini di artiglieria, carri armati e aerei militari israeliani.
Le Nazioni Unite hanno chiesto l’interruzione della violenza, sottolineando che è in corso «una nuova ondata di spostamenti di massa», durante la quale in pochi giorni centinaia di migliaia di civili sono fuggiti verso zone più sicure.
Nel frattempo, Germania e Svezia hanno condannato le azioni di Israele, sostenendo una soluzione pacifica.
Il ministro della Difesa israeliano Itzjak Katz ha dichiarato che Gaza è «in fiamme», aggiungendo che le forze israeliane stanno colpendo le infrastrutture terroristiche per creare le condizioni per liberare gli ostaggi e smantellare Hamas.
Dall’inizio dell’operazione sono stati colpiti Centinaia di obiettivi nella Striscia di Gaza, confermando l’ampiezza dell’offensiva militare israeliana.