I senatori degli Stati Uniti vogliono intensificare le sanzioni contro la flotta clandestina russa in risposta alla crisi energetica

Gli Stati Uniti stanno portando avanti un attivo lavoro legislativo volto a rafforzare notevolmente le sanzioni contro la Russia, con un’attenzione particolare alla flotta segreta di petroliere che svolge un ruolo cruciale nel bypassare le restrizioni occidentali.
Senatori di entrambi i maggiori schieramenti politici hanno presentato una proposta di legge volta ad estendere le sanzioni sulle esportazioni di energia russa, con un focus particolare sul trasporto marittimo utilizzato per aggirare le restrizioni imposte dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022.
Questa strategia è motivata dal fatto che la flotta clandestina russa genera entrate consistenti, che permettono a Mosca di finanziare la sua guerra continua e di rafforzare la propria economia in un periodo così complesso.
La legislazione, che dovrebbe essere presentata in questo venerdì dai membri del Comitato per gli Affari Esteri del Senato, il repubblicano Jim Risch, e dalla senatrice democratica Jeanne Shaheen, mira a creare nuove modalità di contrasto alle attività marittime illegali, comprese sanzioni contro i proprietari delle navi e divieti sulla produzione e fornitura di attrezzature relative a questo settore.
Particolare attenzione sarà dedicata alle vecchie navi, spesso registrate in maniera nascosta, difficile da identificare e da colpire con le sanzioni dirette.
Finora, solo le misure rivolte ai singoli natanti si sono dimostrate efficaci.
La proposta di legge dovrebbe includere anche sanzioni contro i progetti di GNL (gas naturale liquefatto) russi e altri settori strategici di difesa ed energia.
Questa tendenza si inserisce in un panorama più ampio, considerando che il Regno Unito e l’UE hanno già ampliato quest’anno le loro sanzioni contro la flotta clandestina russa.
Intanto, l’ex presidente Donald Trump, che aveva aumentato i dazi sulle importazioni di petrolio russo dall’India, non ha ancora messo in atto nuove sanzioni contro Mosca, sollevando interrogativi sull’unità strategica della politica degli Stati Uniti nei confronti della Russia.
La proposta di legge gode di un sostegno bipartisan, anche da parte di figure influenti come Lindsey Graham e Tom Cotton, che ritengono fondamentali ulteriori sanzioni per interrompere i flussi finanziari della Russia e indebolire la sua capacità bellica.
In aggiunta, il Congresso sta considerando di dichiarare ufficialmente la Russia come stato sponsor del terrorismo, a causa del rapimento di circa 19.000 bambini ucraini durante la guerra.
Nelle settimane recenti sono state proposte altre iniziative legislative per rafforzare le sanzioni, soprattutto da parte dei senatori Graham e Blumenauer, anche se ancora non sono state messe ai voti a causa di ritardi da parte della Casa Bianca.
Trump, nonostante i suoi minacciosi ultimatum e le scadenze imposte a Putin per accettare una tregua in Ucraina, non ha ancora preso misure concrete in questa direzione.
Nel frattempo, Putin non dà segni di volersi fermare; la Russia intensifica gli attacchi con droni e missili, e di tanto in tanto viola lo spazio aereo della NATO, aumentando le tensioni nella regione.
Recentemente, Trump ha chiamato la NATO a ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas russi come condizione per nuove sanzioni statunitensi, anche se questa proposta appare improbabile, considerando la dipendenza della Turchia dalle forniture russe e la sua riluttanza ad aderire alle sanzioni occidentali.
L’Unione Europea, a sua volta, si trova di fronte a ostacoli significativi, con Ungheria e Slovacchia che bloccano i progressi nel smantellare progressivamente le fonti energetiche russe.
Gli esperti indicano che la strategia di Trump sembra essere volta a creare condizioni insormontabili per evitare azioni concrete contro la Russia.
Tuttavia, è evidente che la crescente pressione politica negli Stati Uniti e a livello internazionale mira ad accelerare la riduzione dell’influenza russa e a porre fine alla sua aggressione contro l’Ucraina.