La SBU annuncia ufficialmente l’accusa in contumacia contro Kadyrov per aver utilizzato prigionieri ucraini come ‘scudi umani’

Chas Pravdy - 01 Settembre 2025 18:40

Il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) ha fatto un passo decisivo nella lotta contro i crimini di guerra, annunciando ufficialmente l’invio di un avviso di sospetto in contumacia nei confronti di Ramzan Kadyrov, leader della Repubblica Cecena all’interno della Federazione Russa.

È sospettato di aver ordinato l’impiego di prigionieri di guerra ucraini come ‘scudi umani’ per le truppe russe.

Questo caso rappresenta una delle violazioni più gravi e palesi del diritto internazionale umanitario durante il conflitto in corso.

Secondo le indagini, Kadyrov ha pubblicamente dichiarato in discorsi rivolti ai propagandisti russi di aver dato ordini ai suoi subordinati di non prendere prigionieri ucraini, ma di eliminarli immediatamente sul campo di battaglia tramite fucilazioni.

La gravità della situazione si acuisce poiché l’ordine era diretto a unità cecene che combattono come parte delle forze di occupazione russe contro l’Ucraina.

Inoltre, gli investigatori hanno scoperto che Kadyrov avrebbe ordinato di portare i prigionieri ucraini sui tetti di strutture militari a Grozny, esponendoli così al pericolo e proponendo di usarli come ‘scudi umani’ contro attacchi di droni ucraini.

Tali azioni costituiscono gravi violazioni delle leggi e delle consuetudini di guerra secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

Sulla base delle prove raccolte, i pubblici ministeri ucraini hanno notificato ufficialmente in contumacia Kadyrov per sospetto ai sensi dell’articolo 438 del Codice Penale ucraino, che riguarda i crimini di guerra.

L’indagine è ancora in corso sotto la supervisione dell’Ufficio del Procuratore Generale.

Ricordiamo che nel 2022, la SBU aveva già presentato un avviso di sospetto contro Kadyrov per reati contro l’Ucraina, tra cui violazioni dell’integrità territoriale e conduzione di guerra aggressiva, che possono comportare pene detentive di diversi anni o persino condanne all’ergastolo.

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