Il futuro degli habitat spaziali: tendenze, tecnologie e sfide

Chas Pravdy - 31 Agosto 2025 09:55

La comunità internazionale di ricercatori e ingegneri spaziali lavora incessantemente alla creazione di ambienti di vita nello spazio che siano più confortevoli e accessibili.

Moduli modulari, pensati per sostituire le attuali stazioni limitate e monotone, sono progettati per assomigliare a cabine moderne con luce, colori e spazi ampi, simili alle sale di lusso delle crociere di prestigio.

Queste innovazioni puntano non solo sull’estetica, ma anche sulla sicurezza, protegendo l’equipaggio dalla radiazione spaziale e dai detriti che potrebbero danneggiare la struttura.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, questi sistemi sono in fase di sviluppo sotto la guida di aziende come SAGA Space Architects in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea.

Progettano moduli leggeri, facilmente assemblabili e meno costosi da lanciare, capaci di adattarsi rapidamente e di espandersi per creare ambienti spaziali moderni.

Ciò contrasta nettamente con la costruzione dell’International Space Station, che ha richiesto circa 100 miliardi di dollari e più di 40 missioni per essere completata in alcuni anni.Uno dei progetti più promettenti riguarda moduli gonfiabili a forma di zucca, realizzati con materiali sintetici avanzati, molto più leggeri e resistenti rispetto ai metalli tradizionali.

Ad esempio, Max Space, con sede al Kennedy Space Center, sta sviluppando il modulo Alpha, che in versione compatta misura circa due trolley e si espande in orbita fino a 20 metri cubi di volume, con capacità per tre persone.

Questo modulo ha già superato i test di volo secondo le specifiche NASA e può essere agganciato alla ISS o alle future stazioni commerciali.

Il primo lancio di Alpha con carico scientifico è previsto per ottobre 2026 tramite il razzo Falcon di SpaceX.

In futuro, la società intende sviluppare moduli fino a 100 metri cubi, pensati per 10 persone.

Questi possono essere usati non solo come abitazioni per astronauti, ma anche affittati a privati e aziende che eseguono ricerca o lanciano satelliti.Un altro progetto innovativo proviene dall’Istituto Aurelia di Cambridge, che sta realizzando moduli autoassemblanti formati da piastrelle esagonali.

Nel 2026 si prevede di consegnare una versione ridotta alla ISS, che si aprirà autonomamente nello spazio in microgravità.

Secondo Ariel Ekblau, cofondatore e direttore dell’istituto, questi habitat possono essere assemblati come “una casa su ruote”, con arredi interni che si dispiegano dalle piastrelle.

Parallelamente, SAGA Space Architects e l’ESA stanno sviluppando il prototipo FlexHAB, progettato per quattro astronauti, che potrebbe essere utilizzato in future missioni lunari o marziane.Si stanno anche adottando soluzioni per migliorare le condizioni interne dei moduli, come Google che sta testando un “satellite virtuale” per mappare la Terra in tempo reale, costruendo moduli in forma di container.

Gli interni sono creati con stampa 3D da scarti di legno riciclato, e le maniglie sono rivestite con sughero resistente alle alte temperature e isolante.

I moduli per il sonno sono dotati di isolamento acustico e sistemi di filtrazione dell’aria indipendenti per evitare che odori e rumore si diffondano tra compartimenti.

Gli architetti lavorano inoltre sull’uso di finestre che, nel futuro, potrebbero utilizzare alghe per creare “vetrate” che producono anche ossigeno.In generale, la creazione di ambienti spaziali confortevoli, sicuri e funzionali è fondamentale per missioni a lungo termine.

Sebbene vivere oltre la Terra non potrà mai essere uguale ai comfort di un hotel di lusso, queste strutture devono garantire condizioni minime per lavorare e vivere nello spazio per periodi prolungati.

Attualmente, la NASA si sta preparando a chiudere l’ISS entro il 2030 e sta esplorando partnership con aziende private per sviluppare nuove stazioni orbitali commerciali, segnando una nuova fase nello sviluppo delle infrastrutture spaziali.

Nonostante i piani ambiziosi di SpaceX e NASA di inviare umani su Marte, le sfide tecnologiche rimangono significative e rallentano la rapida realizzazione di questi grandi progetti.

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