Ungheria conferma la propria posizione ferma sul sostegno alla pace e contro le decisioni dell’UE che ostacolano l’ingresso dell’Ucraina in Europa

Chas Pravdy - 30 Agosto 2025 11:30

L’Ungheria ha ribadito con decisione la propria posizione di sostegno a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, rifiutando di partecipare a qualsiasi decisione che vada contro i suoi interessi nazionali o che possa rallentare i processi di stabilizzazione della regione.

Prima dell’incontro del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione europea a Copenaghen, il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha rilasciato una dichiarazione decisa, sottolineando che il suo paese non accetterà misure avventate riguardanti le forniture di armi né soluzioni politiche impopolari tra la società ungherese.

Ha evidenziato che l’incontro a Copenaghen è stato caratterizzato da intensa pressione diplomatica, con alcuni paesi che spingono per accelerare le operazioni militari e l’integrazione dell’Ucraina nelle strutture europee.

Secondo Szijjártó, l’Ungheria rimarrà ferma nel perseguimento di soluzioni pacifiche, difendendo la sovranità e la sicurezza nazionale.

Ha avvertito che qualsiasi proposta di aumentare l’aiuto militare e finanziario all’Ucraina sarà osteggiata con fermezza.

L’Ungheria continua inoltre a sostenere la pace, la sovranità e la sicurezza del suo popolo, opponendosi alle pressioni esterne.

I media riferiscono anche che la posizione di Vilnius rappresenta una nuova sfida all’interno dell’UE, richiedendo misure decise a sostegno del cammino di adesione dell’Ucraina, indipendentemente dalla posizione ungherese.

Ciò mette in evidenza le crescenti tensioni politiche nella union, che minacciano l’unità e l’efficacia delle decisioni comuni.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha confermato la sua intenzione di bloccare l’accesso dell’Ucraina all’UE, motivando questa scelta con la preoccupazione per la stabilità economica e il benessere dei cittadini.

Ha lanciato un referendum nazionale sulla questione, che solleva dubbi sulla sua validità giuridica e sulle reali motivazioni.

Gli esperti sottolineano che tali azioni complicano il percorso dell’Ucraina verso l’UE e mettono in discussione l’unità e l’efficacia delle politiche del blocco di fronte alle recenti tensioni geopolitiche.

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