L’Unione Europea ribadisce la disponibilità a riavviare l’addestramento militare in Ucraina — a condizione di un cessate il fuoco

L’Unione Europea manifesta nuovamente la volontà di intensificare la formazione delle forze armate ucraine, sottolineando tuttavia che tale supporto potrà essere avviato solo dopo la conclusione delle ostilità attive.
Questa posizione è stata espressa dalla rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Catherine Malström, durante un incontro informale dei ministri della Difesa a Copenhaghen.
Malström ha espresso il suo sostegno all’ampliamento del mandato della Missione di Assistenza Militare dell’UE (EUMAM), che mira a formare e consigliare le truppe ucraine, ma solo a condizione che venga firmato un cessate il fuoco ufficiale.
Sebbene il presidente francese Emmanuel Macron abbia precedentemente sostenuto la possibilità di addestrare i soldati ucraini anche durante il conflitto, la posizione ufficiale dell’UE rimane che l’intervento può partire solo dopo la cessazione delle ostilità, per contribuire a creare garanzie di sicurezza e prevenire futuri attacchi.
Attualmente, la cooperazione prevede la formazione di circa 80.000 soldati ucraini con il supporto di 23 paesi dell’UE, Norvegia e Canada.
Tuttavia, qualsiasi modifica al mandato richiede l’unanimità dei 27 stati membri, situazione resa più complessa dal veto della Ungheria, molto favorevole alla Russia.
L’incontro si è svolto poco dopo che un pesante attacco missilistico russo ha danneggiato l’edificio della rappresentanza dell’UE a Kyiv, evidenziando i rischi ancora presenti e il rifiuto di Mosca di cessare il conflitto.
La ministra della Difesa della Lituania, Dovile Šakaliene, ha criticato la strategia di Putin, affermando che la Russia sta solo guadagnando tempo prolungando la guerra, mentre i paesi europei sono incoraggiati a usare i fondi residui del Fondo europeo per la pace per acquistare armi e materiali destinati all’Ucraina.
La maggioranza delle nazioni europee, ad esclusione dell’Ungheria, desidera utilizzare queste risorse per finanziare forniture militari, ma Budapest blocca questa possibilità da diversi mesi.
In risposta, Catherine Malström ha esortato il primo ministro ungherese Viktor Orbán a rivalutare la posizione, suggerendo che tali fondi potrebbero essere indirizzati all’acquisto di armi statunitensi per l’Ucraina secondo i recenti accordi tra Washington e gli alleati NATO.
La commissaria ha sottolineato l’importanza che l’Europa assuma un ruolo di leadership nella definizione di garanzie di sicurezza affidabili e credibili per l’Ucraina, al fine di costruire strumenti che possano impedire future aggressioni, puntando anche sulla creazione di un’“NATO-Light” e altri modelli di sicurezza per garantire un futuro pacifico e stabile per l’Ucraina dopo la fine del conflitto.