La Polonia prevede una spesa militare record per il 2026 – Il governo annuncia un budget senza precedenti

Il governo polacco ha annunciato un consistente aumento delle spese militari per il 2026, con una cifra storica di 200 miliardi di zloty.
Questa somma rappresenta circa il 4,8% del prodotto interno lordo (PIL) del paese ed è la più grande allocazione di fondi nella storia della Polonia dedicata al potenziamento delle capacità militari.
Il primo ministro Donald Tusk ha sottolineato che tale budget mira a raggiungere diversi obiettivi strategici fondamentali: aumentare la forza militare, stimolare la crescita economica, potenziare gli investimenti, affrontare l’aumento del costo della vita e ridurre la disoccupazione.
‘Non agiamo per apparire, ma per reali cambiamenti.
Ciò testimonia la nostra ferma volontà di agire e di rafforzare il paese,’ ha affermato Tusk.
Il ministro della Difesa, Waldemar Kownacki, ha messo in evidenza che questa cifra record rappresenta un sostegno senza precedenti alla sicurezza nazionale.
Questi investimenti permetteranno di modernizzare l’esercito, rafforzare la resilienza nazionale e gettare le basi per un futuro pacifico e stabile.
Il bilancio previsto per il 2026 prevede entrate di circa 647 miliardi di zloty, superando di 44 miliardi i dati del 2025.
Il deficit di bilancio sarà inferiore al 6,5% del PIL, quasi un miliardo in meno rispetto all’anno scorso.
Secondo il ministro delle Finanze, Andrzej Domański, questi dati confermano che la Polonia si colloca tra le prime venti economie più sviluppate al mondo.
Nel frattempo, secondo i dati della NATO per il 2025, più di dieci dei suoi 32 membri non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di spesa militare del 2% del PIL, stabilito nel 2014.
Solo sette nazioni hanno raggiunto questa soglia, mentre altre sono ancora sotto.
La Polonia è il paese della NATO che investe la maggiore percentuale del suo PIL in difesa, con il 4,48%, seguita da Lituania (4%) e Lettonia (3,73%).
Questi sono attualmente gli unici membri dell’Alleanza che superano la nuova meta del 3,5%, concordata al vertice della NATO a Hag in giugno.