Crisi umanitaria a Donetsk a causa di una grave scarsità di acqua: l’amministrazione russa ignora il problema e lo sfrutta per giustificare ulteriori aggressioni

Chas Pravdy - 28 Agosto 2025 18:50

L’ennesima dimostrazione di negligenza e disinteresse da parte delle autorità occupanti nella regione di Donetsk ha portato una crisi dell’approvvigionamento idrico, inizialmente gestibile, a trasformarsi in una vera e propria catastrofe umanitaria che coinvolge migliaia di civili.

Secondo l’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW), le autorità occupanti nella regione continuano a ignorare le esigenze urgenti di approvvigionamento di acqua, sfruttando invece questa emergenza come mezzo di propaganda per giustificare l’espansione delle offensive russe contro l’Ucraina.

Sebbene l’acqua continui a essere fornita alle fabbriche e alle strutture industriali, i cittadini comuni si trovano senza accesso sicuro a risorse idriche adeguate.

L’ISW riferisce che i militari russi cercano di coprire la crisi incolpando l’Ucraina e promettendo di ripristinare immediatamente l’approvvigionamento idrico dopo la liberazione di Sloviansk, ma la realtà rimane critica e senza soluzioni concrete.Ad oggi, sono stati installati circa mille serbatoi d’acqua; tuttavia, queste misure non risolvono il problema di fondo, anzi lo aggravano, consentendo la proliferazione di batteri dannosi e rischi per la salute pubblica.

Un residente di Donetsk ha raccontato a Reuters di aver rischiato di perdere la vista a causa di un’infezione parasitaria rara contratta tramite la doccia con acqua contaminata, sottolineando la gravità della situazione.

Nel frattempo, le autorità di occupazione spostano la responsabilità sull’Ucraina, affermando che l’approvvigionamento riprenderà “immediatamente dopo che Sloviansk sarà liberata.” La situazione si presenta critica anche in altre città come Yenakiieve e Debalzeve, dove l’erogazione dell’acqua è stata completamente interrotta a causa di presunte rotture alle condotte principali.Il Centro di Resistenza Nazionale riferisce che la crisi idrica nelle aree occupate è grave e peggiora di giorno in giorno.

Gli abitanti ricevono acqua solo secondo un orario limitato — una volta ogni tre giorni, per alcune ore — e questa condizione mette a rischio la vita di molte persone ed esaspera la crisi umanitaria.

Questi sviluppi dimostrano chiaramente come le autorità di occupazione privilegino la propaganda e il mantenimento delle apparenze di controllo, trascurando le reali necessità della popolazione civile e mettendo in pericolo le vite di chi vive in quelle zone di conflitto.

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