Giornalista della Crimea, Lutfiye Zudiyeva, sotto accusa per presunta attività di «agente straniero»

Chas Pravdy - 27 Agosto 2025 18:46

Nella penisola di Crimea continuano ad aumentare i casi di persecuzione amministrativa contro rappresentanti di media indipendenti e attivisti per i diritti umani.

L’ultimo caso di grande risonanza coinvolge la nota giornalista e attivista crimeo-tatra Lutfiye Zudiyeva, alla quale è stato notificato un protocollo amministrativo.

Secondo le informazioni rese note dalla sua organizzazione per i diritti umani, Women in Media, Zudiyeva è stata accusata ai sensi dell’articolo 19.34 del Codice amministrativo russo, che vieta attività simili a quelle di un «agente straniero» senza previa dichiarazione ufficiale.

Le autorità russe sostengono che la giornalista abbia condotto, almeno apparentemente, attività politiche sotto influenza straniera, pubblicando documenti riguardanti violazioni dei diritti umani in Crimea e la situazione dei prigionieri politici crimeo-tatari.

Tra le prove fornite vi sono i suoi post sui social network, articoli pubblicati su testate internazionali come CNN, Newsweek e Grits, e interviste a organizzazioni internazionali.

Secondo le indagini, Zudiyeva sarebbe stata iscritta nel registro degli «agenti stranieri» già a maggio 2025, su disposizione del Ministero della Giustizia russo.

Ciò comporta che debba etichettare tutto il suo contenuto sui social con il badge «18+» e inserire spiegazioni relative alla sua condizione di «agente», oltre a presentare, ogni tre mesi, rapporti sulle sue attività al Ministero.

Attualmente, Zudiyeva sta facendo ricorso contro queste decisioni, che reputa illegittime.

Sostiene che le sue pubblicazioni sono sempre equilibrate e contengono punti di vista delle vittime di repressione e la posizione ufficiale russa.

Un’udienza potrebbe svolgersi a breve, e si prevede una multa tra i 15.000 e i 30.000 rubli (circa 6.000-12.000 hryvnias).

È importante sottolineare che Lutfiye Zudiyeva è una giornalista crimeo-tatara e autrice del portale Grits, che risiede in Crimea sin dal 2014, nonostante l’annessione russa della penisola.

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