Trump prevede una conclusione rapida della guerra a Gaza: due o tre settimane potrebbero cambiare la regione

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la speranza che il conflitto nella Striscia di Gaza possa concludersi in tempi relativamente brevi, stimati tra due e tre settimane.
Secondo lui, i leader responsabili di entrambe le parti stanno facendo sforzi significativi per risolvere la crisi, anche se non ha specificato le modalità precise per raggiungere la pace.
Durante un incontro nell’ufficio ovale con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, Trump ha svelato di mantenere un contatto attivo con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che gli avrebbe riferito che la guerra dovrebbe concludersi a breve.
“Credo che nelle prossime due o tre settimane vedremo risultati abbastanza convincenti e definitivi”, ha affermato.
Ha anche sottolineato che, nonostante la volontà di terminare rapidamente il conflitto, non bisogna dimenticare la tragedia del 7 ottobre, quando le ostilità si intensificarono.
L’ex presidente ha evidenziato il ruolo cruciale del suo inviato speciale in Medio Oriente, Steve Wittenhoff, che lavora per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti a Gaza e per organizzare gli aiuti umanitari in risposta al deterioramento delle condizioni nel enclave.
Per quanto riguarda i piani militari, l’8 agosto, il comando militare israeliano ha approvato un piano per prendere il controllo della città di Gaza.
In aggiunta, il 20 agosto la comunità internazionale è stata sorpresa dall’annuncio di The Times of Israel che circa 60.000 riservisti israeliani sono stati mobilitati, indicando preparativi per una grande offensiva contro Hamas.
Diversi paesi europei, tra cui Spagna, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo e Slovenia, hanno espresso pubblicamente le proprie preoccupazioni riguardo ai piani israeliani.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che l’operazione militare pianificata da Israele potrebbe portare a una catastrofe per entrambe le popolazioni e rischia di trasformare la regione in un focolaio di conflitto permanente.
Le Nazioni Unite hanno altresì segnalato un peggioramento della crisi umanitaria: secondo la classificazione ufficiale di sicurezza alimentare integrata (IPC), i cittadini di Gaza sono sull’orlo della carestia, e si prevede che la situazione peggiorerà, aggravando la crisi umanitaria in corso.