Ucraina risponde alle dichiarazioni ungheresi sul ‘Druzhba’: ‘Non ci dicano cosa fare’

Chas Pravdy - 25 Agosto 2025 07:27

In risposta alla dichiarazione del ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, che ha condannato i colpi delle forze armate ucraine sul oleodotto ‘Druzhba’ e ha esortato Kyiv a fermare tali azioni, il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sibiga ha replicato con fermezza in uno stile tipicamente ucraino, sottolineando che le autorità ucraine non permettono agli intermediari stranieri di dettare loro le condizioni.

“Non avete autorità per dire al presidente ucraino cosa deve dire o fare, perché lui è il leader del suo Paese, non un subordinato o controllato da ministri stranieri”, ha dichiarato Sibiga.Questa non è la prima posizione decisa del ministro ucraino in un contesto di crescenti tensioni con l’Ungheria, che ha precedentemente espresso indignazione per la distruzione della vitale rotta di trasporto ‘Druzhba’ e ha esortato Kyiv a ridurre la tensione.

Tuttavia, dopo gli attacchi ucraini contro obiettivi sul gasdotto, Szijjártó ha fatto una dichiarazione rumorosa che è stata percepita come una sfida.A loro volta, Sibiga ha sottolineato che l’Ucraina ha il diritto di scegliere la propria strategia energetica e di proteggere la propria sicurezza in modo indipendente.

Chiamando alla “diversificazione” e alla riduzione della dipendenza dalla Russia, ha invitato l’Ungheria e altri paesi europei, che ancora detengono risorse russe nelle loro reti energetiche, a riflettere sulla loro indipendenza e sulla garanzia della propria sicurezza energetica, anziché permettere a forze esterne di dettare le loro condizioni.Mentre Budapest accusava in passato Kyiv di “mettere in pericolo la sicurezza energetica dell’Ungheria,” queste nuove dichiarazioni riflettono un’escalation delle tensioni tra i due paesi.

Gli analisti sottolineano che tali parole riflettono dissensi interni e indicano una possibile intensificazione del deterioramento delle relazioni bilaterali nel contesto della guerra attuale e della crisi geopolitica.

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