Lukashenko conferma: Nessun piano per liberare i prigionieri politici dopo il colloquio con Trump

Chas Pravdy - 23 Agosto 2025 02:20

Il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, autorevole e auto-proclamato leader del paese, ha dichiarato pubblicamente che non ha intenzione di liberare oltre mille prigionieri politici, come emerso durante la sua telefonata con l’ex presidente statunitense Donald Trump.

Durante una conferenza stampa, Lukashenko ha espresso con fermezza la propria posizione riguardo alla possibilità di concedere amnistie ai condannati, che in gran parte sono detenuti nel paese per motivi politici.

Ha chiaramente affermato che la liberazione di tali cosiddetti prigionieri politici è poco probabile e ha sottolineato che tali decisioni devono essere prese internamente, tenendo conto della reazione del pubblico e della percezione della società.

Secondo le sue parole, qualsiasi tentativo di rilasciare criminali coinvolti in violenze, sabotaggi e attività contro lo stato, potrebbe solo peggiorare la situazione e non sarebbe sostenuto dalla maggioranza della popolazione.

Lukashenko ha anche ammesso che la questione è stata brevemente discussa durante la telefonata con Trump, sottolineando che non si trattava di un’iniziativa del leader americano, bensì di un argomento secondario nel dialogo con i rappresentanti dell’amministrazione Trump.

Egli ha evidenziato che la decisione in merito dipende fortemente dall’opinione pubblica.

Sebbene alcuni prigionieri siano stati recentemente rilasciati a seguito di negoziati, Lukashenko ha insistito che il loro numero non è definitivo e che permangono molte restrizioni relative alle svincolazioni.

Ricordando anche l’incontro a Minsk del 21 giugno con Keith Kellogg, inviato speciale di Trump, dopo il quale sono stati liberati diversi prigionieri politici, incluso il leader dell’opposizione Sergey Tikhonovsky, condannato nel 2021 a 18 anni in una colonia a regime severo.

Inoltre, sono stati rilasciati blogger e almeno una dozzina di altri detenuti, alimentando le speranze di possibili cambiamenti nelle politiche future verso i prigionieri politici, anche se al momento non sono state annunciate dichiarazioni ufficiali di amnistia.

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