L’Iran afferma di aver costruito strutture militari in diversi Paesi, mantenendo segrete le località

Negli ultimi anni, la Repubblica Islamica dell’Iran ha intensificato attivamente le proprie capacità militari ampliando le infrastrutture dedicate alla produzione di armamenti, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza nella regione e nel mondo.
Il ministro della Difesa Aziz Nasirzadeh ha reso pubblico un’affermazione assai significativa, affermando che l’Iran ha realizzato diverse fabbriche militari all’estero, anche se le esatte localizzazioni rimangono riservate.
Durante un’intervista, riportata da media come The Times of Israel e Iran International, ha dichiarato: “Abbiamo costruito impianti di produzione di armi in alcuni Paesi, ma al momento non intendiamo rendere pubbliche le loro ubicazioni”.
Il ministro ha inoltre aggiunto che nell’ultimo anno, le forze iraniane hanno testato nuovi tipi di armi, tra cui testate moderne e manovrabili, a conferma di un rafforzamento delle capacità militari del Paese.
Particolare attenzione è stata dedicata allo sviluppo delle tecnologie missilistiche, da tempo al centro delle priorità iraniane.
Tuttavia, Nasirzadeh ha sottolineato che, a causa dei continui conflitti e del rischio di escalation con Israele, le priorità militari potrebbero cambiare nel prossimo futuro.
È probabile che le nuove strutture vengano ufficialmente inaugurate a breve.
Questi sviluppi si inseriscono in un contesto di aumento delle tensioni legate al programma nucleare iraniano, specialmente dopo gli attacchi di Israele e degli Stati Uniti contro siti nucleari iraniani.
L’Iran ha limitato la collaborazione con l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) e ha minacciato di ritirarsi dal Trattato di Non-Proliferazione.
Rispondendo a questi eventi, le forze militari statunitensi hanno effettuato attacchi contro infrastrutture nucleari iraniane, tra cui un sito altamente protetto a Fordo.
L’Iran ha dichiarato di aver evacuato tutte le strutture nucleari cruciali prima degli attacchi, al fine di ridurre i rischi e prevenire danni significativi.
La regione continua a essere teatro di crescenti tensioni, sollevando preoccupazioni sulla stabilità e sulla possibilità di risoluzioni diplomatiche ai conflitti crescenti.