Gli Stati Uniti adottano nuove restrizioni sulla condivisione di intelligence con alleati riguardo alle negoziazioni tra Ucraina e Russia

Chas Pravdy - 22 Agosto 2025 05:29

Una recente mossa ha provocato un nuovo episodio di tensione all’interno della comunità di intelligence degli Stati Uniti, poiché l’amministrazione ha emanato una direttiva stringente che limita drasticamente la diffusione di informazioni cruciali sulle negoziazioni tra Russia e Ucraina.

Secondo fonti interne ai servizi di intelligence statunitensi, la direttrice Tulsi Gabbard ha emanato un decreto che classifica tutte le informazioni riguardanti le trattative diplomatiche tra i due paesi come “NOFORN”, ovvero “non per la diffusione all’estero”, vietando in tal modo la condivisione di analisi e dati tra le varie agenzie e alleanze senza autorizzazione esplicita.

La misura si traduce nel mantenimento della riservatezza su analisi e rapporti relativi allo stato, ai progressi e alle prospettive delle negoziazioni, consentendo esclusivamente la divulgazione di dati già pubblicamente disponibili.

Tuttavia, questa direttiva non vieta esplicitamente lo scambio di informazioni diplomatiche o militari ottenute attraverso altri canali, il che solleva dubbi circa la collaborazione e la fiducia tra i partner internazionali.

Rispondendo alle richieste di commento di CBS News, il White House ha preferito non fornire dettagli, rinviando le questioni all’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale.

Alcuni esperti e figure di spicco avvertono che tali restrizioni potrebbero indebolire la fiducia di lunga data all’interno dell’alleanza dei “Five Eyes”, composta da USA, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, che fa affidamento su un’applicazione aperta e condivisa delle informazioni per affrontare le minacce globali.

Critici temono che limitare l’accesso a dati fondamentali possa portare gli alleati a creare canali alternativi, indebolendo la cooperazione e compromettendo la sicurezza collettiva.

D’altra parte, alcuni analisti sostengono che tali misure sono di routine e necessarie per tutelare gli interessi nazionali, sottolineando che spesso le divergenze tra alleati portano a restrizioni selettive sulla condivisione di informazioni sensibili.

La decisione viene anche in un contesto di tensioni interne, come la recente revoca dell’accesso a informazioni riservate a 37 agenti di intelligence, accusati di promuovere interessi personali o politici, segno di un clima di frizione crescente all’interno della comunità di intelligence americana.

Sebbene queste politiche mirino a salvaguardare informazioni delicate, devono essere applicate con cautela per non compromettere la collaborazione internazionale, che dal 1946 rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta contro le minacce globali.

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