Esplorando i misteri del passato: testamenti di Shakespeare e artefatti storici scoperti

Chas Pravdy - 22 Agosto 2025 15:42

Una scoperta straordinaria negli archivi britannici apre nuove prospettive su dispute familiari e controversie storiche relative a uno dei più grandi drammi della storia mondiale: William Shakespeare.

Nei Archivi Nazionali del Regno Unito, i ricercatori hanno rinvenuto un manoscritto del XVII secolo che solleva nuovi misteri e dibattiti sull’eredità dell’illustre autore.

Il documento, datato 25 agosto 1642, apparteneva a Thomas Nesh, nipote di Elizabeth Hall, una delle figlie di Shakespeare.

La scoperta è stata realizzata dal paleografo Dr.

Dennis Gosling durante l’esame di casse non registrate contenenti centinaia di documenti antichi.

Secondo Gosling, il manoscritto era rimasto nascosto per quasi 150 anni, conservato dal XIX secolo.

Il documento conferma che l’esecuzione del testamento di Shakespeare non fu semplice e fu segnata da conflitti familiari e controversie legali.

Il testamento era di proprietà di Thomas Nesh, residente a New Place — la residenza familiare di Shakespeare, considerata la seconda più grande dimora di Stratford-upon-Avon —, e prevedeva che la proprietà fosse trasferita al cugino Edward, anche se tecnicamente non ne aveva il diritto.

La proprietà fu ufficialmente confermata alla figlia maggiore di Shakespeare, Susanna, che vi abitava con sua figlia Elizabeth e il marito.

Dopo la morte di Nesh nel 1647, la proprietà fu legalmente confermata, ma già nel 1648 Edward Nesh presentò una causa per chiedere l’esecuzione del testamento.

Elizabeth si oppose, facendo riferimento al testamento del nonno materno.

Si ritiene che il caso si sia concluso con un accordo extragiudiziale.

Elizabeth, che in seguito divenne Lady Barnard, rimase nella residenza fino alla sua morte nel 1670.

“Sono stato molto emozionato quando ho capito che questo documento era direttamente collegato alla storia familiare di Shakespeare”, ha detto il ricercatore.

Un’altra scoperta storica è avvenuta in Polonia, nella città di Legnica, dove, durante restauri della cattedrale di San Pietro e Paolo, gli archeologi hanno rinvenuto una capsula del tempo in rame,considerata la più antica al mondo.

Nascon data oltre 370 anni fa, la capsula conteneva documenti e monete sepolte tre volte: nel 1650, 1775 e 1823.

Il ritrovamento è stato già consegnato al Museo del Rame per ulteriori studi e conservazione.

Entrambe le scoperte offrono preziose intuizioni sulla nostra storia condivisa, svelando i segreti di epoche passate e contribuendo a comprendere meglio le vite di figure storiche e i processi che hanno plasmato il nostro presente.

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