L’Iran potenzia le esercitazioni militari in un contesto di crescente tensione nella regione

Chas Pravdy - 21 Agosto 2025 13:41

Dopo intensi scontri e notevoli perdite durante l’ultima guerra contro Israele, la leadership militare iraniana ha deciso di riorientare le proprie strategie, concentrandosi sul rafforzamento della propria potenza di fuoco e sulla dimostrazione di forza sul piano internazionale.

Il 21 agosto, l’Iran ha avviato le sue prime esercitazioni militari autonome dall’inizio di giugno, periodo durante il quale i cmdte navali iraniani hanno lanciato missili e impiegato droni verso le acque aperte dell’Oceano Indiano, come parte dell’esercitazione strategica denominata “Sustainable Power 1404”.

Queste manovre rappresentano non solo una ripresa delle esercitazioni belliche, ma anche una chiara dimostrazione di capacità di reazione immediate a eventuali minacce esterne.

Le esercitazioni si svolgono in un contesto di crescente tensione nella regione, soprattutto dopo la campagna aerea israeliana durata 12 giorni, durante la quale sono stati colpiti obiettivi iraniani, causando ingenti danni alle riserve di armi e alle infrastrutture militari.

Il Ministero della Difesa iraniano ha sottolineato che queste esercitazioni sono destinate a rafforzare la capacità difensiva del Paese, in particolare nel quadro delle tensioni con paesi occidentali e alleati.

Inoltre, Teheran dichiara di essere pronta a rispondere con fermezza a qualsiasi futura aggressione.

Gli Stati Uniti hanno minacciato nuove sanzioni e possibili azioni militari nel caso in cui l’Iran dovesse riprendere le proprie attività nucleari, tra cui impianti di arricchimento dell’uranio.

È stato anche riferito che l’Iran ha arrestato decine di persone sospettate di spionaggio ai danni di Israele, aumentando così le tensioni interne ed esterne.

Sul piano politico, Teheran sta considerando l’uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare se le Nazioni Unite dovessero reintrodurre sanzioni internazionali, una mossa che potrebbe ulteriormente incidere sull’equilibrio geopolitico già fragile del Medio Oriente.

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