La Russia obbliga all’installazione del messaggero statale MAX su tutti i dispositivi mobili: obiettivo controllo e sicurezza digitale rafforzati

Chas Pravdy - 21 Agosto 2025 15:48

Dall’inizio di settembre, il governo russo ha avviato una nuova politica che rende obbligatorio su tutti i dispositivi venduti nel paese, come smartphone e tablet, l’installazione preventiva del messaggero di stato MAX.

Questa iniziativa, annunciata ufficialmente dal Ministero dello Sviluppo Digitale e delle Comunicazioni, mira a creare un ecosistema digitale unificato e sotto il pieno controllo dello Stato.

I funzionari sostengono che questa mossa è necessaria per migliorare la sicurezza degli utenti, rafforzare la protezione dei dati e prevenire la criminalità informatica.

Tuttavia, molti esperti e attivisti per i diritti umani interpretano questa misura non solo come un avanzamento tecnologico, ma come uno strumento di aumento della sorveglianza statale e di limitazione della privacy dei cittadini, restringendo la libertà di scelta.

Al momento, l’app MAX, sviluppata dalla nota azienda russa VK, ha già raggiunto circa 18 milioni di download, ma si trova ancora in fase di test, e molte sue funzionalità non sono state completate.

Nonostante le affermazioni del Ministero dell’Interno di una maggiore sicurezza rispetto ai concorrenti esteri, le forze dell’ordine hanno segnalato il primo caso di frode legato al nuovo sistema di messaggistica.

Inoltre, il governo ha deciso di integrare altre piattaforme russe nei dispositivi di uso comune.

A partire da settembre, i dispositivi Apple installeranno automaticamente il negozio di applicazioni russo RuStore, accessibile finora solo su Android.

Inoltre, tutti i nuovi televisori intelligenti venduti in Russia avranno preinstallata l’app LIME HD TV, che consente di vedere canali televisivi federali.

Queste iniziative di promozione delle piattaforme nazionali si accompagnano alla restrizione di servizi occidentali.

A agosto, le autorità hanno in parte bloccato le chiamate audio e video su WhatsApp e Telegram, accusando le aziende di rifiutarsi di fornire dati per le indagini su frodi e terrorismo.

Le statistiche ufficiali della Banca Centrale mostrano che il canale principale di frodi rimangono le chiamate telefoniche, con oltre il 45%, mentre l’uso di messenger rappresenta circa il 15%.

WhatsApp, che a luglio contava più di 97 milioni di utenti in Russia, ha accusato il governo di cercare di privare le persone di un mezzo sicuro di comunicazione, sottolineando che l’app utilizza di default la crittografia end-to-end, motivo per cui le autorità cercano di bloccarla.

Telegram, con oltre 90 milioni di utenti, ha dichiarato di adottare misure contro gli abusi sulla piattaforma, ma anche lui ha subito restrizioni.

Questi sviluppi mostrano come Mosca stia spingendo sempre più per un maggiore controllo sullo spazio digitale e per limitare l’accesso ai servizi alternativi, riflettendo tendenze autoritarie in crescita nel paese.

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