Quattro giorni alla decisione: cosa attende la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca prima del processo di divieto

Chas Pravdy - 20 Agosto 2025 13:40

Il futuro della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (CPU PM) è sempre più incerto mentre si avvicina un importante procedimento giudiziario riguardante il suo potenziale scioglimento.

Entro il 24 agosto, la chiesa deve adempiere agli obblighi imposti dal Servizio statale di Politica etnica e libertà di coscienza, che richiede la rottura dei rapporti con la Chiesa ortodossa russa (ROR).

In caso di mancato rispetto di queste istruzioni, la chiesa verrà ufficialmente riconosciuta come affiliata alla ROR, e sarà avviata una causa presso il tribunale per sospenderne tutte le attività.

È quanto ha annunciato Viktor Yelensky, responsabile del servizio, durante una trasmissione televisiva, sottolineando che la metropolia di Kiev non ha ancora inviato una lettera ufficiale, ma il loro sito ufficiale afferma che intendono disobbedire alle richieste statali.

Questa posizione suscita preoccupazioni tra i funzionari governativi, poiché ignorare la legge potrebbe portare a un conflitto aperto.

Yelensky ha espresso la speranza che la maggior parte del clero e dei fedeli sostengano la conformità alle leggi e comprendano i rischi dell’inazione.

Il passo successivo sarà una richiesta giudiziaria per la chiusura totale della metropolia di Kiev, considerata necessaria sotto la legge vigente.

Il rappresentante ha detto che i procedimenti giudiziari contro la CPU PM probabilmente si concluderanno in meno tempo di quanto previsto dalla chiesa.

Ricordiamo che all’inizio di luglio, il Servizio statale ha rilevato segnali di affiliazione tra la CPU PM e la Chiesa ortodossa russa, e ha riscontrato una mancanza di indipendenza della metropolia di Kiev, tutto ciò che costituisce una base legale per agire contro le organizzazioni religiose filo-russe in Ucraina.

Se la chiesa non rispetterà i termini entro i tempi stabiliti, la prossima mossa sarà la richiesta di scioglimento giudiziario.

Questa situazione solleva molte domande sulla coerenza della politica delle autorità ucraine, ovvero se la chiesa abbia realmente rotto i legami con l’aggressore o stia semplicemente rimandando.

Per approfondimenti, consultate gli articoli di Kateryna Shkotkina: “Indipendenza spirituale: sulla proibizione della RPR e sui ‘agenti religiosi in abiti’” e “La CPU PM in attesa della fine — della guerra o della propria sopravvivenza” su ZN.UA.

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