Mosca mantiene le richieste maximaliste sull’Ucraina: è possibile un progresso nelle negoziazioni di pace?

Chas Pravdy - 20 Agosto 2025 23:01

Mercoledì, il governo ufficiale di Mosca ha ulteriormente confermato la propria posizione ferma riguardo all’Ucraina, sottolineando che le loro richieste rimangono di livello maximalista e non sono soggette a compromessi.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, durante una conferenza stampa, ha dichiarato che Mosca non modifica il quadro delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, definendole in termini pienamente accettabili per la Russia.

Ciò implica che Mosca richiede non solo concessioni politiche e militari, ma anche cambiamenti radicali nella struttura statale ucraina, tra cui la trasformazione di Kiev in uno stato neutrale e indebolito, privo di ambizioni di adesione alla NATO, e chiedendo un consistente ridimensionamento delle forze armate ucraine.

Lavrov ha inoltre auspicato la creazione di un sistema di garanzie di sicurezza collettive coinvolgendo attori globali come Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia—una proposta che ha suscitato sdegno tra gli alleati occidentali, che insistono per un dialogo senza la partecipazione di Mosca e Pechino, seguendo principi di uguaglianza e trasparenza.

La possibilità che si incontri in futuro il presidente russo con quello ucraino sembra ancora lontana, ritardando ogni eventuale passo verso una soluzione.

Lavrov ha riproposto l’idea di una coalizione di paesi garanti, ispirata alla NATO, proposta già nel 2022, ma questa proposta è stata respinta dall’Occidente, che richiede decisioni unanimi.

Inoltre, il diplomatico russo ha commentato duramente Kaja Kallas, direttrice della politica estera dell’Unione Europea, definendo le sue affermazioni una «degradazione dei metodi diplomatici».

Nel frattempo, il presidente Trump ha promesso a Zelensky e agli alleati europei che gli Stati Uniti garantirebbero una protezione analoga all’articolo 5 della NATO, anche se ha sottolineato che le truppe statunitensi non parteciperanno ai combattimenti sul territorio ucraino.

In generale, i leader europei rimangono scettici sulla sincerità di Putin, e le dichiarazioni di Lavrov rafforzano ulteriormente i dubbi sulla rapida risoluzione del conflitto.

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