Oltre 600 account TikTok diffondono disinformazione contro l’Ucraina: un’analisi dettagliata

Chas Pravdy - 19 Agosto 2025 17:52

Gli esperti ucraini di Texty.org.ua hanno scoperto una vasta rete composta da oltre 600 account attivi sulla popolare piattaforma social TikTok, dedicati alla diffusione di disinformazione e al tentativo di minare gli interessi dell’Ucraina.

Questa operazione, identificata con il nome di UA_REVIVAL, comprende 629 profili che distribuiscono sistematicamente contenuti finalizzati a screditare lo stato ucraino, le sue forze armate e i leader politici.

Secondo il Centro di Comunicazione Strategica e Sicurezza dell’Informazione, l’obiettivo principale di questa rete è indebolire la fiducia nei processi di mobilitazione, screditare le Forze Armate dell’Ucraina e minare l’autorità governativa.

Gli investigatori hanno notato che questi account condividono identificatori e avatar simili e pubblicano tra cinque e sette video al giorno.

La maggior parte di questi video presenta immagini emotivamente coinvolgenti o tristi, spesso accompagnate da musica e didascalie volte a suscitare sentimenti di tristezza o rabbia.

I temi principali degli attacchi riguardano la destabilizzazione della leadership politica—oltre 1.400 video con circa 780.000 visualizzazioni—disinformazione circa la mobilitazione e il comando militare—oltre 1.000 video con circa 520.000 visualizzazioni—e fake news e manipolazioni legate a TCC e temi politici, tra cui NABU, SAP, Klichko e l’ex presidente Poroshenko.

Gli esperti evidenziano inoltre che i russi hanno ideato una nuova strategia di screditamento dell’esercito ucraino attraverso video con conigli e gatti minati, creando un clima di sfiducia.

Il Centro sottolinea come TikTok rimanga una piattaforma di facile utilizzo per i bot russi, che sfruttano argomenti sensibili per mostrare una presunta protesta di massa e seminare divisioni all’interno della società ucraina.

Precedenti rapporti segnalano anche che YouTube ha eliminato un canale della ex conduttrice ucraina Diana Panchenko, che, dopo l’inizio del conflitto, si è rifugiata in Russia e ha diffuso propaganda di Kremlin attraverso la sua piattaforma.

Fonte