Negoziazioni tra USA e Russia in Alaska: limiti dei leader e tensioni internazionali

Chas Pravdy - 18 Agosto 2025 15:44

Sulla costa settentrionale dell’Alaska si è svolto un incontro estremamente teso tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente russo, Vladimir Putin, che rischiava di terminare con un fallimento totale a causa di profonde divergenze sul futuro dei territori ucraini.

Secondo fonti di Axios, durante questa riunione controversa, Putin ha avanzato richieste maximaliste riguardo alla regione di Donetsk, provocando la frustrazione del leader americano e quasi portando alla sospensione delle trattative.

Si informa che Putin insisteva nel voler ottenere il controllo totale di tutta la regione, di cui circa il 75% è già sotto occupazione russa.

Le stime indicano che Putin si sia mostrato irremovibile, rifiutando di fare concessioni, il che ha portato a scontri acuti nelle discussioni.

In risposta alle sue richieste dure, Trump ha affermato che se le questioni di Donetsk non vengono risolte, non ha senso continuare le negoziazioni.

Pur avendo in seguito Putin apparentemente modificato la propria posizione e ritirato alcune delle richieste estreme, le agenzie di intelligence statunitensi hanno opinioni diverse: una ipotesi suggerisce che la Russia potrebbe conquistare l’intera regione di Donetsk entro ottobre, mentre altre prevedono un processo più complesso e incerto.

A queste trattative hanno partecipato anche i media internazionali, in particolare Reuters, che ha precedentemente pubblicato le condizioni che Putin ha posto per porre fine alla guerra, tra cui il ritiro delle forze ucraine dalla regione del Donbas.

La posizione del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è chiara: ogni accordo deve basarsi sull’integrità territoriale dell’Ucraina, che la costituzione del paese intende rispettare, e qualsiasi cessione o scambio di territori è escluso, rendendo difficile la realizzazione di compromessi contrari alle leggi nazionali.

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