L’UE condanna la proposta di pace di Putin: una resa forzata che minaccia sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa

L’ambasciatrice dell’Unione Europea in Ucraina, Katarina Maternova, ha espresso con forza il suo disappunto rispetto alla cosiddetta “proposta di pace” presentata da Vladimir Putin ad Anchorage, percepita come un ultimatum imposto dalla Russia stessa.
Attraverso un post su Facebook, la diplomatica ha sottolineato che le proposte del Cremlino richiedono la resa delle regioni orientali dell’Ucraina, territori che si estendono ben oltre le aree temporaneamente occupate dall’esercito russo.
Ha evidenziato che tale iniziativa non può essere considerata una vera pace, bensì un ultimatum coercitivo volto a minare la sovranità dell’Ucraina.
A differenza della posizione dell’ex presidente Donald Trump, che durante l’incontro con Putin negli Stati Uniti non insistette per un immediato cessate il fuoco, l’Unione Europea ha mantenuto fin dall’inizio un atteggiamento coerente a favore di una pace giusta, fondata sul diritto internazionale e sull’integrità territoriale dell’Ucraina.
La visita del presidente Zelensky a Bruxelles e il suo incontro con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sono testimonianze della fermezza dell’Europa nel sostenere Kiev.
Inoltre, sette leader europei devono accompagnare Zelensky a Washington per negoziati con Donald Trump.
La loro presenza congiunta rappresenterà un segnale forte di unità e di supporto incrollabile della UE verso l’Ucraina.
Maternova ha ribadito che l’Unione Europea resta saldamente al fianco di Kiev, avvertendo che qualsiasi concessione all’aggressore comprometterebbe la sicurezza non solo dell’Ucraina, ma di tutta l’Europa.
Ha concluso sottolineando che la solidarietà dell’UE è ferma e che ogni capitolazione sotto pressione russa avrebbe conseguenze disastrose a livello regionale e mondiale.