L’Ucraina cerca la pace ma non a qualsiasi costo: posizione dell’ambasciatrice UE Maternova sulla guerra

Chas Pravdy - 15 Agosto 2025 01:54

In vista dell’incontro previsto per il 15 agosto tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin, che si terrà presso la base militare Elmendorf-Richardson in Alaska, la diplomatica dell’Unione Europea in Ucraina, Katarina Maternova, ha espresso la sua ferma opinione sulla situazione attuale nel nostro paese.

Ha sottolineato che il futuro dell’Ucraina e le condizioni per la fine della guerra devono essere decisi esclusivamente dal popolo ucraino stesso, con il supporto dei suoi alleati e della comunità internazionale.

Il vertice, che coinvolgerà rappresentanti di Usa e Russia, si svolgerà senza la partecipazione dell’Ucraina e di altri paesi europei, suscitando preoccupazioni e delusione tra i diplomatici e il pubblico ucraino.

Maternova ha precisato che mentre il mondo attende i risultati di queste negoziazioni, la Russia continua a portare avanti azioni di aggressione: solo nella scorsa notte, sette civili hanno perso la vita e altri nove sono rimasti feriti nella regione di Cherson, più di cento edifici sono stati distrutti e durante le operazioni di soccorso, un drone russo ha di nuovo attaccato, ferendo tre ufficiali.

Ha aggiunto che, senza le qualità personali del presidente degli Stati Uniti, il suo ruolo nel dissuadere l’aggressione potrebbe essere messo in discussione, e Putin potrebbe aver conquistato tutta l’Ucraina.

Maternova ha invitato la comunità internazionale a non interferire nelle questioni di pace e sicurezza in Ucraina senza garanzie concrete.

Ha ribadito che tutte le decisioni sul futuro del Paese devono essere prese dal popolo ucraino stesso, in collaborazione con i difensori e con garanzie di sicurezza che assicurino un equilibrio duraturo e prevenire nuove aggressioni.

L’Ucraina desidera la pace, ma non a ogni costo, ed è essenziale ricordare questa posizione di principio durante il prossimo incontro a porte chiuse in Alaska, affinché si onorino le vittime degli attacchi russi e si creino le condizioni per una pace stabile e l’indipendenza del Paese.

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