Morti tra i giornalisti a Gaza: attacchi missilistici e accuse politiche da entrambe le parti del conflitto

Chas Pravdy - 11 Agosto 2025 05:41

Nel cuore della crisi in Medio Oriente — Gaza — si susseguono eventi tragici che evidenziano ancora una volta i rischi affrontati dai professionisti dei media operanti nelle zone di guerra.

Secondo fonti mediche, nella serata di domenica, sei persone hanno perso la vita durante i bombardamenti israeliani sulla città, tra cui giornalisti presenti per documentare obiettivamente gli sviluppi.

Tra le vittime ci sono quattro dipendenti di Al Jazeera, uno dei quali — Anas Al-Sharif — è stato accusato dalle forze israeliane di collegamenti con Hamas e di guidare una cellula terroristica.Secondo fonti come CNN e Reuters, le forze armate israeliane hanno confermato che il bersaglio principale era proprio Al-Sharif, che hanno definito come un ‘leader di Hamas’.

La motivazione ufficiale dietro l’attacco era quella di prevenire le attività di Hamas a Gaza.

Inoltre, un altro noto giornalista, Mohammed Kreike, è stato ucciso, suscitando indignazione a livello internazionale e preoccupazione tra le organizzazioni per i diritti umani.Al Jazeera ha pubblicato una dichiarazione in cui sottolinea che tali azioni sono un tentativo di silenziare lo spazio informativo in vista di una nuova ondata di combattimenti e dell’imminente occupazione di Gaza.

Pochi minuti prima della sua morte, Al-Sharif aveva pubblicato sui social un appello alla comunità internazionale affinché si impegnasse a prestare attenzione alla distruzione e alle sofferenze umane, affermando: «Se questa follia non si ferma, Gaza sarà ridotta in macerie e i suoi abitanti diventeranno testimoni silenziosi del genocidio che il mondo tace».

Dalle testimonianze dell’ospedale Shifa, si apprende che Al-Sharif si trovava in una tenda insieme ai colleghi vicino all’ingresso dell’ospedale quando è stato colpito mortalmente.Le forze israeliane accusano Al-Sharif di dirigere cellule di Hamas responsabili di lanciare razzi contro civili e obiettivi militari israeliani.

Hanno diffuso razzi, documenti e materiali di intelligence che, secondo loro, dimostrerebbero i legami di Al-Sharif con l’organizzazione terroristica.

Lo scorso mese, il giornalista aveva confermato sui social di essere un reporter indipendente, la cui missione è raccontare la verità senza pregiudizi politici, anche se ha ammesso che in tempo di guerra ogni critica o testimonianza veritiera può mettere a rischio la sua vita.Organizzazioni internazionali, come il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), sottolineano l’importanza di tutelare i diritti e la sicurezza dei giornalisti nelle zone di conflitto.

Da quasi due anni dall’inizio della guerra, più di 180 giornalisti sono stati uccisi.

Le Nazioni Unite hanno inoltre espresso preoccupazione per le accuse infondate e le minacce di Israele, affermando che tali azioni violano gli standard internazionali sulla libertà di stampa e i diritti umani.

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