L’UE Destina Oltre 1,5 Miliardi di Euro di Profitti da Attivi Russi Congelati per Supportare l’Ucraina

Chas Pravdy - 11 Agosto 2025 16:53

L’Unione Europea ha portato a termine il terzo trasferimento di entrate di emergenza, ammontante a 1,6 miliardi di euro, derivanti da asset congelati della Banca Centrale Russa.

Questi fondi, mantenuti sotto sanzioni imposte a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina, sono custoditi presso depositari di titoli in Europa.

Secondo le autorità europee, il 95% di questa somma sarà utilizzato per fornire supporto finanziario all’Ucraina, in particolare per il pagamento di prestiti e aiuti tramite strumenti dell’UE.

Questo trasferimento rappresenta il terzo contributo da parte di asset russi, contribuendo significativamente a stabilizzare la situazione finanziaria del paese in questo periodo di guerra e di crisi economica.

I primi due trasferimenti, di 1 miliardo di euro nel luglio 2024 e di 1,6 miliardi di euro nell’aprile 2025, hanno posto le basi per un continuo sostegno finanziario.

La tranche attuale, parte di un meccanismo più ampio, vedrà il 90% della somma canalizzato attraverso il Fondo per la Pace dell’UE, mentre il restante 10% sarà destinato allo strumento Ukraine Facility.

Da questa terza tranche, il 95% delle entrate sarà usato per supportare l’Ucraina tramite il Meccanismo di Cooperazione Creditizia (ULCM), che aiuta il paese a rimborsare assistenza macrofinanziaria e prestiti bilaterali, mentre il restante 5% sarà indirizzato tramite gli strumenti di supporto dell’UE.

Pur rimanendo congelati ai sensi delle sanzioni dell’UE, gli interessi e i dividendi derivanti da questi asset vengono utilizzati per rafforzare l’economia ucraina.

Questi flussi finanziari sono fondamentali per aiutare Kiev a gestire il suo debito e a stabilizzare l’economia durante il conflitto.

Inoltre, nell’ambito dell’iniziativa ERA guidata dal G7, l’Ucraina ha già ricevuto oltre 1 miliardo di euro nel luglio e giugno 2025, provenienti da asset russi confiscati, dimostrando l’impegno continuo della comunità internazionale nel sostenere la resilienza ucraina.

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