Grandi proteste a Tel Aviv contro il piano di occupazione di Gaza: la società civile si oppone alle decisioni del governo

Sabato sera, migliaia di cittadini israeliani si sono radunati nelle strade di Tel Aviv per esprimere il proprio disappunto e protestare contro le ambizioni del governo di occupare completamente la Striscia di Gaza.
Secondo fonti, oltre 100.000 manifestanti hanno sventolato bandiere e striscioni, chiedendo con forza alle autorità di riconsiderare le proprie azioni, poiché l’attuazione di tali piani potrebbe causare una catastrofe umanitaria di vasta portata e la morte di centinaia di civili.
La soddisfazione pubblica si riflette chiaramente nel fatto che la maggioranza degli israeliani vuole fermare subito la guerra e liberare i 50 ostaggi ancora in mano ai combattenti di Hamas.
La decisione del gabinetto di sicurezza israeliano, presa il giorno prima, di lanciare un’operazione militare su larga scala a Gaza, ha incontrato forti critiche sia all’interno del paese che a livello internazionale, con preoccupazioni riguardo alle conseguenze sulla vita di milioni di palestinesi e sui rischi per gli ostaggi.
Le immagini di protesta includevano bandiere israeliane, manifesti con le foto degli ostaggi e messaggi di rabbia contro il governo, oltre a richieste affinché il presidente USA Donald Trump intervenga per fermare il piano di escalation di Netanyahu.
I dati mostrano che da inizio conflitto le perdite civili sono ormai superiori a 61.000 morti tra i palestinesi, rendendo urgente la ricerca di una soluzione pacifica.
Sebbene il governo israeliano abbia deciso all’unanimità di espandere le operazioni militari, molti paesi europei e arabi hanno condannato questa scelta e chiedono di risolvere la crisi attraverso negoziati diplomatici.
La situazione preoccupa profondamente la stabilità della regione e sottolinea l’importanza di trovare una via diplomatica per evitare ulteriori disastri umanitari e perdite umane.