Scandalo di corruzione nel Ministero della Difesa: quanto è stato rubato e chi è coinvolto?

Chas Pravdy - 03 Luglio 2025 07:29

In Ucraina è recentemente emerso un nuovo scandalo di corruzione che evidenzia nuovamente le criticità presenti nel sistema di difesa e nella lotta contro la corruzione ai livelli più alti. Secondo una comunicazione ufficiale del centro stampa della SBU (Servizio di Sicurezza dell’Ucraina), l’organismo, in collaborazione con l’Ufficio del Procuratore Generale, ha formalmente notificato l’apertura di un’indagine per sospetti nei confronti di un ex funzionario del Ministero della Difesa, accusato di aver sottratto oltre 33 milioni di hryvnia durante l’acquisto di armi per le Forze Armate ucraine, nel periodo compreso tra marzo 2022 e maggio 2023. L’indagine, condotta da investigatori e dal servizio di controspionaggio militare, ha rivelato un sistema di frode relativo all’acquisto di fucili di grosso calibro. La vicenda coinvolge un ex direttore di uno dei dipartimenti del Ministero e il direttore di una società privata incaricata delle forniture di armi. Secondo un contratto stipulato nella primavera del 2022, la società avrebbe dovuto consegnare 1125 fucili alle truppe. Tuttavia, al momento della consegna, si è scoperto che alcune armi erano state fornite incomplete, in contrasto con quanto stabilito dall’accordo. Il funzionario del Ministero aveva approvato ingiustificatamente questa consegna parziale e non aveva firmato un accordo integrativo per ridurre il prezzo a causa della mancanza di alcuni componenti. Le indagini successive hanno evidenziato come i fondi risparmiati siano stati trasferiti nell’economia sommersa, attraverso i rapporti tra l’ex funzionario e il direttore della società fornitrice. Sulla base delle prove raccolte, entrambi sono stati formalmente accusati di aver commesso reati ai sensi del Codice Penale ucraino, tra cui l’ostacolamento delle attività legali delle Forze armate e l’appropriazione indebita di beni di grande valore mediante abuso di potere. Al momento, è in corso la decisione riguardante le misure cautelari, mentre i sospettati rischiano fino a 15 anni di carcere con confisca dei beni. Sono in corso analisi tecniche per verificare la conformità delle armi alle specifiche tecniche e prosegue l’indagine per imputare tutte le persone coinvolte. Tutte queste azioni sono condotte sotto la supervisione del Procuratore Generale. È importante sottolineare che in precedenza il partito del “Servitore del Popolo” aveva presentato un progetto di legge che, di fatto, legalizza la corruzione nel settore della difesa, suscitando profonde preoccupazioni nella società e ponendo domande sulla futura lotta contro tali pratiche illecite.

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