Neve inaspettata nel deserto cileno: ALMA in modalità emergenza

Chas Pravdy - 02 Luglio 2025 10:50

Nelle remote pianure del Sud America, in quella che è famosa per essere la regione più asciutta e priva di precipitazioni del pianeta, si è verificato un evento naturale di rara intensità: una nevicata che ha ricoperto il deserto di Atacama, uno dei luoghi più aridi e insoliti del mondo. Questa insolita manifestazione atmosferica ha colpito in particolare il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), uno dei più potenti strumenti astronomici attualmente in uso, situato a oltre 5000 metri di altitudine e progettato per approfondite osservazioni dello spazio. Nella sera del 26 giugno, la regione fu improvvisamente investita da una copiosa nevicata – un evento straordinario per un’area in cui la quantità media annua di pioggia si aggira tra 1 e 15 millimetri. Questa anomalia atmosferica ha portato alla temporanea sospensione delle operazioni scientifiche di ALMA. Sono stati attivati protocolli di sicurezza, e l’osservatorio è stato messo in « modalità di sopravvivenza », che prevede lo stop totale delle attività e il repositioning delle antenne in direzione del vento per ridurre il carico di neve e raffiche. Le temperature nella zona sono scese fino a –12°C, con i venti che facevano percepire un freddo equivalente a –28°C. La tempesta, durata diversi giorni, ha ostacolato la ripresa delle attività di osservazione. Secondo fonti ufficiali di ALMA, le antenne e l’attrezzatura associata rimangono in modalità « standby », in attesa di ispezioni di sicurezza approfondite. Non appena la perturbazione si attenuerà, il team inizierà le operazioni di pulizia e ispezione visiva sulle singole antenne. Questa operazione è fondamentale, visto che le condizioni ottimali per le osservazioni radioastronomiche si verificano spesso dopo eventi meteorologici estremi, quando le temperature sono basse e l’umidità è minima. Gli meteorologi dell’Università di Santiago spiegano che questa nevicata insolita è stata causata da una rara instabilità atmosferica, dovuta al passaggio di una « massa d’aria fredda » che attraversa la regione. Tali fenomeni sono più frequenti durante l’inverno nell’emisfero australe e sono spesso alimentati da masse d’aria umida provenienti dall’Oceano Pacifico, ma di norma si limitano alle zone elevate. La presenza di neve a circa 3000 metri di altezza rappresenta un evento molto atipico anche in questo contesto. Nel frattempo, la perturbazione, con venti fino a 100 km/h, ha provocato frane, alluvioni e interruzioni di corrente elettrica nella regione. Le autorità locali hanno temporaneamente chiuso le scuole e risposto alle emergenze causate dalla situazione. Questo è stato il primo episodio di questa portata in quasi dieci anni a colpire questa zona. Alma si preparano ora a riprendere le operazioni: le squadre inizieranno un’attenta pulizia del sito e delle antenne per garantirne il ripristino rapido ed efficiente delle attività. Gli esperti sottolineano che, sebbene non ci siano ancora prove definitive di un legame diretto tra questi eventi climatici estremi e i cambiamenti climatici globali, i modelli climatici prevedono un aumento delle precipitazioni anche nelle zone più aride. La sostenibilità delle infrastrutture astronomiche in un contesto di crescente instabilità climatica è una delle sfide principali per la comunità scientifica, che continua a monitorare e studiare questi eventi per meglio comprendere i loro effetti a lungo termine. Grazie agli strumenti come ALMA, i ricercatori raccolgono dati inediti sui collassi galattici risalenti a oltre 11 miliardi di anni fa, studiando come una galassia possa « distruggere » un’altra emettendo potenti raggi di quasar e interrompendo così la formazione di stelle nelle nubi circostanti.

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