Le tensioni tra Azerbaigian e Russia si intensificano: i russi lamentano arresti e comportamenti ostili a Baku

Chas Pravdy - 02 Luglio 2025 20:08

Nel contesto di un crescente conflitto diplomatico tra Azerbaigian e Russia, la situazione si aggrava con accuse reciproche e un aumento delle tensioni. I cittadini russi residenti in Azerbaigian riferiscono di frequenti arresti, controlli documentali e trattamenti duri da parte delle forze dell’ordine locali. Secondo RTVI, i turisti e i visitatori russi a Baku si trovano spesso sotto ispezioni ingiustificate e ingiustificate, suscitando insoddisfazione e preoccupazione tra la comunità russa nel paese. Questo fenomeno rappresenta una sorta di «specchio» del comportamento di Baku verso i cittadini russi, iniziato a fine giugno quando circa 50 cittadini azero con passaporti russi furono arrestati a Ekaterinburg. Le autorità russe sostengono che tali arresti fossero collegati a sospetti di appartenere a un’organizzazione criminale coinvolta in vari omicidi, come nel caso del 2001 di Yunis Pashaev, del 2011 di Ikram Gadzhiyev e del tentato omicidio di imprenditore Fekhruz Shirino nel 2010. Tuttavia, la brutalità, le torture e le percosse durante le operazioni di arresto hanno suscitato indignazione internazionale. Due persone sono morte dopo aver subito violenze, anche se Mosca sostiene che le loro morti siano state causate da «insufficienza cardiaca». Da parte azera, si evidenziano notevoli discrepanze tra le cause ufficiali dei decessi e si esprime preoccupazione che siano dovute a violenze fisiche. La Procura generale azera ha aperto un’indagine penale sulla vicenda. Al 1° luglio, cinque sospetti, tra cui Bakir, Makhahir, Akiq, Aiz Safarov e Akhliman Ganjaliyev, sono stati incriminati; due sono in custodia preventiva fino al 19 luglio. Gli investigatori russi hanno riferito che uno dei sospetti ha fornito testimonianze dettagliate e identificato complici, aumentando la tensione diplomatica. Il 2 luglio, il Ministero degli Esteri azero ha convocato l’ambasciatore russo Mikhail Yevdokimov per presentare una protesta ufficiale contro le «azioni ostili» di Mosca. Baku ha accusato la Russia di misure dannose per le relazioni bilaterali e ha ribadito la sua preoccupazione per la morte di due compatrioti. Inoltre, Baku ha respinto le accuse russe riguardo all’ufficio di «Sputnik Azerbaigian», definendole infondate e sottolineando che tutte le misure intraprese sono conformi alla legge nazionale e che le indagini sono ancora in corso. Baku ha anche condannato quella che ha definito una «campagna di disinformazione» condotta dalla Russia, in particolare in relazione a un incidente con un volo di Azerbaijan Airlines, che Baku ha considerato manipolato e usato per screditare il paese. Mosca, a sua volta, ha accusato l’Ucraina di fomentare tensioni, incolpando il presidente Zelensky di alimentare l’instabilità regionale. La crisi si è acuita quando le difese aeree russe hanno abbattuto un aereo con cittadini azere a bordo; i rapporti bilaterali sono passati da un’ostilità verbale a un conflitto aperto. Baku ha richiesto un scuso a Putin, ma invece Mosca ha risposto con arroganza e ostilità, danneggiando gravemente la dignità nazionale e le relazioni regionali. Gli esperti avvertono che la Russia si rifiuta di riconoscere i propri errori e cerca di attribuire la colpa a Baku per mantenere la propria influenza nel Caucaso, rischiando conseguenze geopolitiche durature.

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