Una Nuova Era nella Giustizia Internazionale: La Creazione di un Tribunale Speciale contro l’Aggressione della Russia in Ucraina

Chas Pravdy - 01 Luglio 2025 08:06

Dopo oltre undici anni dal primo attacco armato e più di tre anni dall’inizio dell’invasione su larga scala da parte della Russia in Ucraina, la comunità internazionale ha compiuto un passo storico verso la giustizia per l’aggressione. Leader politici, parlamenti e istituzioni internazionali hanno firmato un accordo con il Consiglio d’Europa per la creazione di un Tribunale Speciale Internazionale incaricato di perseguire il crimine di aggressione contro l’Ucraina. Questa decisione pionieristica ha ricevuto il sostegno di oltre 35 paesi e dell’Unione Europea, che si sono uniti nel loro impegno per la giustizia e il diritto internazionale. La nascita di questo tribunale rappresenta molto più di un semplice progresso legale: è un simbolo di una nuova fase nella lotta contro l’impunità per i crimini di guerra. Essa segna un cambio di paradigma — riconoscendo per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che l’aggressione è un crimine perseguibile penalmente nel diritto internazionale. Questo tribunale segna un passo avanti importante nel processo di giustizia per coloro che hanno deciso di scatenare il conflitto, violando la Carta delle Nazioni Unite e le norme internazionali. Per anni, il crimine di aggressione è rimasto al di fuori della portata della giurisdizione internazionale, ma ora, per la prima volta dopo decenni, si trasforma in una questione penale ufficiale. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione ES-11/7 adottata il 24 febbraio 2025, ha riconosciuto esplicitamente l’aggressione della Russia, sottolineando la necessità di valutare giuridicamente le azioni commesse. La creazione del tribunale è diventata più urgente a causa delle limitazioni della Corte Penale Internazionale (CPI), che, pur essendo un’istituzione di grande peso, non possiede competenza sulla guerra di aggressione, a meno che gli Stati non abbiano ratificato lo Statuto di Roma, cosa che la Russia non ha fatto. La definizione del crimine di aggressione ha provocato numerose dispute tra gli Stati membri, e le modifiche adottate nel 2010 a Kampala sono operative solo con il consenso delle parti, condizione non rispettata da Mosca. Per questo motivo, si è creata una lacuna giurisdizionale che andava colmata. Già dal 2022 si è iniziato a discutere seriamente sulla possibilità di creare un tribunale speciale. Personalità di spicco del mondo legale, come l’ex Procuratore di Norimberga Benjamin Ferencz e ex primi ministri come Gordon Brown e John Major, hanno sostenuto con entusiasmo questa iniziativa, richiamando il precedente storico dei processi di Norimberga, che hanno portato alla condanna di crimini di guerra e di guerra contro la pace. La criminalizzazione dell’aggressione come categoria distinta nel diritto internazionale rappresentò un progresso notevole. Questo nuovo tribunale si distingue dagli altri modelli: sarà una struttura ibrida che combinerà elementi di diritto internazionale e di diritto nazionale, con giudici, procuratori e un registro propri, nominati dagli Stati partecipanti e valutati da una commissione indipendente. La sua missione principale sarà quella di perseguire chi ha autorizzato o eseguito atti di aggressione illegale, inclusi alti rappresentanti politici e militari come il presidente, il primo ministro e il ministro degli Esteri russo, le cui decisioni hanno portato alla guerra. Anche se le indagini potranno includere tali responsabili, il procedimento potrà essere sospeso mentre loro rimarranno in carica, problema che rappresenta una vulnerabilità. La questione dell’immunità dei funzionari di alto livello resta aperta, con precedenti come la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia nel caso RDC contro Belgio, secondo cui i ministri in carica godono di immunità mentre esercitano le loro funzioni, ma possono essere processati presso tribunali internazionali specializzati dopo la fine del mandato. Il tribunale potrà anche emettere giudizi in assenza dell’imputato, consentendo di processare persone che rifiutano di comparire, purché siano state adottate tutte le misure per citarli e notificargli l’accusa. Nelle cause come il disastro del volo MH17, questa procedura viene applicata, garantendo che il processo abbia luogo anche senza la presenza fisica dell’imputato. Per l’Ucraina, è fondamentale che il tribunale copra anche gli eventi del 2014 — come l’annessione della Crimea e l’occupazione del Donbass — con date come il 20 febbraio 2014 come inizio ufficiale dell’occupazione, e che la comunità internazionale riconosca tali date. La flessibilità del quadro legale e l’interpretazione del mandato dipenderanno dalla volontà politica, ma una posizione decisa rafforzerà la legittimità e il riconoscimento dell’origine del conflitto. L’aspetto innovativo di questo tribunale è che non è stato creato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che è paralizzato dal veto russo, ma in collaborazione con il Consiglio d’Europa e altri Stati, conferendo una legittimità più ampia a livello mondiale. Tuttavia, ci sono sfide: alcuni paesi potrebbero dubitare della sua legittimità, motivo per cui è essenziale unire gli Stati che credono nel primato dello Stato di diritto. Non sarebbe stato preferibile creare un tribunale attraverso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite? La risposta non è semplice. La struttura del Consiglio di Sicurezza blocca qualsiasi azione efficace in virtù del veto, principalmente di Mosca. La Risoluzione Uniting for Peace, adottata nel 1950, ha permesso all’Assemblea di assumersi alcune responsabilità quando il Consiglio si paralizza, come avvenuto dopo l’invasione russa del 2022. La flessibilità del diritto internazionale, interpretata in funzione delle nuove sfide, suggerisce che un tribunale universale potrebbe essere più efficace. Le ragioni per cui tali strade non sono state percorse restano in parte speculative. Per ora, la comunità internazionale deve procedere nel processo attuale, consapevole che la Russia ha già dichiarato che non riconoscerà la legittimità di questo tribunale. Tuttavia, la giustizia deve andare avanti, indipendentemente dalla cooperazione dell’accusato; i principi di responsabilità devono essere applicati anche in assenza di consenso. La firma dell’accordo rappresenta solo il primo passo, seguito dalla costituzione del personale, del budget e delle procedure. La sfida più grande è garantire l’efficacia del tribunale: esso deve essere capace di perseguire non solo l’aggressione, ma anche altri crimini di guerra e contro l’umanità, che attualmente sono sotto la protezione del Tribunale Penale Internazionale, del sistema giudiziario nazionale e della giurisdizione universale, insufficienti rispetto alla portata dei crimini commessi. La comunità internazionale deve impegnarsi affinché la giustizia non rimanga solo simbolo, ma si traduca in risultati concreti. Solo con un impegno duraturo e un forte supporto politico si potrà inviare un messaggio chiaro: nessuna aggressione resterà impunita, indipendentemente da chi l’ha perpetrata. La giustizia non è solo simbolo, ma il fondamento di una pace duratura e del rispetto del diritto internazionale.

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