Gli hacker iraniani minacciano di pubblicare le email degli assistenti di Trump: una nuova fase della guerra cibernetica geopolitica

Nelle ultime settimane si è assistito a una nuova ondata di cyber attacchi da parte di gruppi di hacker iraniani coinvolti in un gioco geopolitico complesso, che ruota attorno alla divulgazione di informazioni riservate riguardanti la leadership politica degli Stati Uniti. Rapporti di Reuters rivelano che un gruppo misterioso, collegato all’Iran, ha annunciato l’intenzione di pubblicare ulteriori email rubate dalla corrispondenza di consiglieri e alte cariche dell’ex presidente Donald Trump. Questa escalation avviene in un contesto di motivazioni e obiettivi ancora poco chiari, suscitando preoccupazione e numerosi sospetti sugli scopi di tali azioni. Secondo le informazioni trapelate, circa cento gigabyte di dati comprendono email di Susie Wiles, capo di gabinetto della Casa Bianca, dell’avvocata Lindsay Halligan, del consigliere Roger Stone, e della star del cinema per adultes Stormy Daniels, coinvolta in controversie legali con Trump. Gli hacker non hanno fornito descrizioni dettagliate sui contenuti. Nel frattempo, FBI e Dipartimento di giustizia hanno condannato questi attacchi come atti criminali che mettono a rischio la sicurezza nazionale e minacciano l’integrità dello Stato. Il procuratore generale degli USA, Pem Bondi, ha affermato che il furto di email rappresenta un «atto inaccettabile e irresponsabile di cyber guerra», mentre il direttore dell’FBI, Kash Pate, ha sottolineato la disponibilità dell’agenzia ad assicurare responsabilità a tutti i coinvolti, invitando a una maggiore vigilanza sui potenziali rischi. Le dichiarazioni ufficiali affermano che queste azioni non sono frutto del caso, ma rientrano in una campagna di propaganda digitale mirata a screditare un ex leader americano e destabilizzare la situazione interna. Le ragioni e gli obiettivi, tuttavia, rimangono ancora poco chiare. Sebbene Teheran abbia in passato negato ogni coinvolgimento in attività di spionaggio informatico e hacking, analisi degli esperti suggeriscono che tali operazioni siano probabilmente orchestrate da enti governativi, tra cui la Guardia rivoluzionaria iraniana. Recentemente, il gruppo operante sotto lo pseudonimo «Rober» ha intensificato le sue attività in risposta alle crescenti tensioni regionali, soprattutto dopo i conflitti militari tra Israele e Iran. È interessante notare come, dopo la fine del mandato presidenziale di Trump, l’Iran abbia annunciato di sospendere le fughe di notizie. Tuttavia, gli ultimi eventi, inclusi i conflitti tra Israele e Iran, hanno riacceso l’attività cyber iraniana, alimentando le paure di un’escalation futura. Gli hacker hanno dichiarato a Reuters che desiderano proseguire questa «partita», vendendo le email rubate e cercando di attirare l’attenzione dei media sulla loro attività. Gli analisti ritengono che queste azioni siano parte di una strategia più ampia volto a indebolire e neutralizzare le minacce esterne e a prepararsi per futuri conflitti. Frederick Kagan ha osservato che l’Iran attualmente sta affrontando perdite significative nel suo conflitto con Israele e cerca di rispondere con azioni asimmetriche, evitando un’escalation militare su larga scala. Nel frattempo, gli esperti di cyber sicurezza americani avvertono che ulteriori attacchi di vasta portata da parte dell’Iran sono possibili in qualsiasi momento, e consigliano alle aziende e alle infrastrutture critiche di rafforzare i propri sistemi di difesa. In conclusione, molte domande restano aperte riguardo alle future azioni degli hacker iraniani e al loro impatto sulla sicurezza globale e sulla stabilità regionale, in un contesto di crescenti tensioni diplomatiche e militari nella regione.