Decisioni giudiziarie fondamentali nello scandalo di appropriazione indebita di fondi per l’acquisto di attrezzature oncologiche: VACSU conferma le misure cautelari per un altro imputato

Il paese prosegue le indagini su un vasto sistema di corruzione coinvolgente l'appropriazione di fondi pubblici destinati all'acquisto di attrezzature mediche per i pazienti oncologici. La camera d’appello del Tribunale Anticorruzione di alto livello (VACSU) ha confermato la validità delle misure di prevenzione nei confronti di un altro sospettato in questo caso di grande risonanza, riaffermando il proprio impegno nella lotta contro la corruzione nel sistema sanitario. Questa decisione arriva poco dopo che VACSU avesse adottato una decisione analoga nei confronti del principale orchestratore della rete criminale. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio del Procuratore Specializzato Anticorruzione (SAPO), al 1° luglio 2025, le misure di sicurezza, in particolare la cauzione, sono rimaste invariate per un rappresentante di una società privata coinvolta nel gruppo criminale. Inoltre, sono state apportate modifiche agli obblighi dell’indagato, rispetto al divieto di comunicare con terze parti circa le circostanze descritte nella notifica di sospetto. Ricordiamo che il 18 giugno scorso, la Guardia Nazionale Anticorruzione ha svelato l’esistenza di un vasto sistema di illegalità, coinvolgendo dipendenti dell’Istituto Nazionale per il Cancro. Le indagini hanno accertato che gli imputati hanno sottratto oltre 231 milioni di hryvnia. Il Centro di contrasto alla corruzione ha riferito che le accuse sono state rivolte a imprenditori come German Fistal, la sua collaboratrice Oksana Chulup, il subordinato Yuriy Vasilenko, il segretario del comitato di gara Dmytro Kaliyushchenko e il responsabile del gruppo di acquisto Bohdan Borysiuk. Dalle evidenze emerge che il principale gruppo di fornitori di apparecchiature mediche ha, in accordo con aziende controllate e funzionari dell’Istituto Nazionale del Cancro, aumentato i prezzi di almeno il 50%, creando ostacoli artificiali nella catena di approvvigionamento, introducendo società affiliate estere, modificando la configurazione delle apparecchiature e cambiando interi lotti, con l’obiettivo di ottenere profitti illeciti a spese delle risorse pubbliche, arrecando danno al sistema sanitario e ai pazienti.