L’istruzione a distanza in Ucraina: nuove sfide e riforme del Ministero dell’Istruzione e della Scienza

Chas Pravdy - 30 Giugno 2025 13:36

Da ormai tre anni il sistema educativo ucraino opera in condizioni straordinarie, causate dalla guerra in corso. Il conflitto ha disperso gli studenti in tutto il mondo, mentre la distruzione delle scuole e l’interruzione del normale ciclo scolastico rappresentano sfide urgenti per l’intera infrastruttura educativa. In tali circostanze difficili, diventa fondamentale adottare decisioni equilibrate, flessibili e responsabili, più che mai. Di recente, il Ministero dell’Istruzione e della Scienza ha apportato modifiche ai propri regolamenti, tra cui l’Ordine n. 1112 del 7 agosto 2024 e l’Ordine n. 1115 dell’8 settembre 2020, che regolano in modo sostanziale la gestione dell’istruzione a distanza. Queste modifiche mirano principalmente a ridurre le possibilità di istruzione online, promuovendo il concetto di “Scuola offline”, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’educazione e di riportare gli studenti nelle aule fisiche. Tuttavia, nel contesto della guerra e delle questioni di sicurezza, applicare regole uniformi a tutti risulta problematico — specialmente per i bambini nelle zone di conflitto o in territori temporaneamente occupati. Il programma “Scuola offline”, previsto a partire da settembre 2025, promette di essere flessibile e inclusivo, ma il suo successo dipende interamente dalla chiarezza nei dettagli della sua attuazione. La resistenza pubblica e le proteste degli insegnanti contro le nuove restrizioni sull’istruzione remota dura ormai da più di un anno, alimentando numerosi dibattiti. Si teme che queste normative possano impedire ai bambini di zone remote o occupate di accedere all’istruzione online, mettendo a rischio la loro sicurezza e il loro futuro. Le innovazioni legislative includono restrizioni sulla libertà di scelta delle istituzioni scolastiche e la promozione dell’insegnamento in presenza, soprattutto per i bambini sfollati interni e provenienti da territori occupati. Vengono inoltre introdotti nuovi requisiti riguardo alla dimensione minima delle classi — 20 studenti per le classi a distanza — in contrasto con le leggi esistenti, che prevedono almeno cinque alunni per classe. Ciò mette in pericolo la sopravvivenza dell’istruzione remota nelle piccole scuole e nelle zone di confine, dove l’apprendimento online è spesso l’unica opzione disponibile. Inoltre, vengono adottate norme più rigorose per i bambini provenienti da territori occupati, tra cui la richiesta di documentazione e il rispetto di protocolli di sicurezza, aumentando così i rischi per la loro sicurezza. Il Ministero insiste sul ritorno all’istruzione in presenza laddove siano disponibili rifugi sicuri, ma nelle aree soggette a continui attacchi e prive di adeguate rifugi, questa soluzione risulta spesso impraticabile e molto pericolosa. Complessivamente, queste modifiche normative limitano l’autonomia delle scuole, che saranno costrette a chiudere classi o ridurre il personale, suscitando preoccupazioni tra insegnanti e genitori. Nonostante la registrazione delle nuove direttive presso il Ministero della Giustizia e il dibattito attivo in Parlamento, permane la speranza che alcune disposizioni possano essere rivalutate o cancellate in futuro.

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