Guerra dell’informazione russa a luglio: temi principali di propaganda e manipolazioni geopolitiche

Chas Pravdy - 30 Giugno 2025 16:33

Dopo i primi mesi di intensa guerra informativa, la Russia continua a utilizzare tattiche di disinformazione e manipolazione per raggiungere i propri obiettivi. Secondo il Centro di contrasto alla disinformazione sotto il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, nella prima metà di luglio, i propagandisti russi pianificano di concentrarsi su alcuni temi chiave che mirano a influenzare il discorso internazionale e domestico. Tra i temi principali ci sarà la delegittimazione dell’integrazione europea dell’Ucraina. I media e politici filo-russi continueranno a diffondere messaggi sulla ‘minaccia’ rappresentata dall’eventuale adesione dell’Ucraina all’UE, sostenendo che questa crei ‘destabilizzazione militare ed economica’. La campagna sarà rafforzata da portavoce e media pro-Russia insistendo sulla ‘mancanza di unità’ tra i paesi dell’UE o sulla supposta ‘non attrattività’ dell’integrazione dell’Ucraina, con l’obiettivo di seminare dubbi e diminuire la fiducia nelle istituzioni europee. Inoltre, aumenterà la narrazione che presenta l’Ucraina come uno ‘stato terrorista’ coinvolto in ‘attacchi terroristici’, inclusi atti di terrorismo internazionale, accusando Kiev di usare tattiche terroristiche e di agire contro la propria causa legittima, per delegittimare le sue azioni a livello globale. Parallelamente, la Russia intensificherà la sua campagna contro la mobilitazione ucraina, diffondendo video di arresti forzati—falsi o estratti da contesto—per creare l’immagine di un malcontento di massa e di caos interno. Questi sforzi mirano a demoralizzare la popolazione ucraina e aumentare l’instabilità interna. Un altro punto importante sarà la promozione dei BRICS come ‘centro di potere alternativo’ rispetto all’egemonia occidentale. I media russi promuoveranno questa alleanza come un passo verso un ‘mondo multipolare’ giusto, guidato dalla Russia, sottolineando temi come l’espansione dei membri, la lotta alla dominanza del dollaro e la loro ‘indipendenza’ dagli istituti finanziari e politici occidentali. La propaganda cercherà anche di minimizzare l’assenza di Xi Jinping e Vladimir Putin alla riunione, sostenendo che la loro presenza non è essenziale e evidenziando i stretti rapporti tra i leader. Si diffonderà inoltre il messaggio che i paesi BRICS rappresentano gli interessi della ‘maggioranza dell’umanità’, in contrapposizione all’oligarchia del G7, dipingendola come un club elitario e chiuso. In relazione alle sanzioni contro la Russia, la propaganda russa continuerà a screditare il 18° pacchetto di sanzioni dell’UE, sostenendo la loro inefficacia, e sostenendo che sono motivate da ‘russofobia’ e discriminazione. Affermano che queste sanzioni non danneggiano l’economia russa ma peggiorano la crisi economica europea. Si evidenzierà anche il loro impatto sulla vita quotidiana dei cittadini europei, limitando l’accesso a banche, tecnologie, istruzione e viaggi. La narrazione sarà che le sanzioni sono un fallimento, sostenendo attraverso indicatori economici come il rafforzamento del rublo e la crescita del PIL russo, che la crisi in Europa sarebbe conseguenza diretta di queste misure. Per quanto riguarda la sicurezza, la propaganda russa creerà l’idea che l’Europa si stia preparando non per difendersi, ma per attaccare la Russia, puntando sull’intensificazione della presenza militare della NATO vicino ai confini russi e rappresentando le aumento militari come prova di aggressioni. Le narrative anti-USA e anti-occidentali saranno rafforzate, con la Russia che si presenterà come garante della stabilità regionale, sfruttando l’escalation tra Stati Uniti, Israele e Iran, presentandosi come partner di Teheran contro il ‘nemico comune’. La disinformazione si rivolgerà anche all’Armenia, sfruttando eventi recenti come l’arresto di figure di spicco, come Samvel Karapetyan, per screditare la leadership armena. Con l’approssimarsi della festa nazionale bielorussa, le agenzie russe rafforzeranno le narrazioni anti-ucraini, accusando Kiev e l’Occidente di voler destabilizzare il paese, sostenendo che il regime di Lukashenko sia vittima di una cospirazione straniera e giustificando la repressione dell’opposizione. La campagna si estenderà anche nel Caucaso, con la diffusione di narrazioni negative su Azerbaigian, accusandolo di ingerenza straniera, fomentando tematiche di mafia etnica e di minaccia di disgregazione regionale, con la finalità di indebolire il governo locale e aumentare l’influenza di Mosca. Infine, la Russia intensificherà le operazioni ibride contro Moldova, tese a rallentare l’adesione di Chisinau all’UE, sotto la guida di Sergei Kiriyenko, mirate a mantenere l’influenza russa e ostacolare i processi di integrazione europea del paese.

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