Gli Stati Uniti rispondono alle dichiarazioni di Peskov: critiche ai ritardi del Cremlino e appello al dialogo

In risposta alle dichiarazioni audaci e spesso contraddittorie di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, i rappresentanti degli Stati Uniti hanno ribadito la propria posizione circa il conflitto tra Ucraina e Russia. L’assessore speciale del presidente Donald Trump per l’Ucraina, Kit Kellogg, ha recentemente pubblicato sui social media una critica severa, respingendo le accuse del funzionario russo che attribuiscono a Washington e Kiev la responsabilità dei ritardi nelle negoziazioni di pace. Kellogg ha sottolineato che la Russia sta volontariamente prolungando il processo, continuando a bombardare le infrastrutture civili e ostacolando gli sforzi diplomatici per una soluzione pacifica. Ha descritto le dichiarazioni di Peskov come orwelliane e infondate, accusando Mosca di diffondere disinformazione. Kellogg ha evidenziato che l’ex presidente Donald Trump, che più volte ha espresso la volontà di porre fine alla guerra, sostiene le iniziative tese ad accelerare le negoziazioni e chiede un immediato cessate il fuoco. "La Russia deve smettere di bombardare le aree civili, e chiediamo un immediato cessate il fuoco e il riprendere un dialogo sincero," ha affermato. Ricordiamo che il 3 giugno si è svolto il secondo ciclo di negoziati tra Ucraina e Russia a Istanbul, durante il quale entrambe le parti hanno firmato dei memorandum impegnandosi a cessare le ostilità e a scambiare prigionieri. Secondo gli accordi, si sarebbe dovuto restituire feriti, malati gravi, soldati sotto i 25 anni e i corpi dei morti, in un format di "6000 a 6000". L’Ucraina ha anche consegnato una lista di bambini rapiti da restituire secondo i protocolli internazionali. Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha espresso l’intenzione di avviare nuovi negoziati dopo la fase umanitaria, auspicando un incontro diretto tra il presidente Zelensky e il leader russo Putin. Putin ha invece dichiarato che la Russia è pronta per una terza serie di negoziati a Istanbul, anche se ha sottolineato che permangono notevoli divergenze rispetto ai memorandum, e che la data precisa dell’incontro dovrà essere concordata dai gruppi negoziali di entrambe le nazioni.