Trump supporta davvero un progetto di legge sulle sanzioni indebolito contro la Russia?

Alla luce delle recenti dichiarazioni del senatore Lindsey Graham, diventa sempre più evidente che la questione dell’applicazione delle sanzioni contro la Russia rimane uno strumento chiave di pressione diplomatica. Tuttavia, l’attuazione effettiva di queste misure è complicata da compromessi politici interni. Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha rivelato che durante una recente partita di golf, il presidente Donald Trump ha espresso il suo supporto a un progetto di legge volto a rafforzare le sanzioni economiche, ma con alcune limitazioni. Secondo Graham, Trump ha indicato di essere disposto a procedere e sostenere il progetto presentato al Congresso, insinuando che dopo la pausa di luglio avrebbe firmato il testo. Tuttavia, bisogna sottolineare che il nuovo progetto non prevede sanzioni automatiche contro la Russia; la decisione finale rimarrà al presidente. Graham sottolinea che il disegno di legge contiene una cosiddetta clausola di “waiver”, che dà al presidente degli Stati Uniti il potere di esentare alcuni casi dalle sanzioni. Ciò significa che, nonostante gli sforzi legislativi per esercitare pressione sulla Russia, l’applicazione concreta delle sanzioni dipenderà dalle decisioni di Putin e non sarà automatica. Allo stesso tempo, il senatore afferma che l’obiettivo è mettere pressione al Cremlino affinché torni al tavolo delle trattative e mostri disponibilità a un compromesso. Il contesto storico indica che la Casa Bianca è stata il principale promotore di questa lunga manovra politica. Rapporti del Wall Street Journal a giugno hanno indicato che l’amministrazione Trump desidera mantenere l’ultima parola sulla decisione di imporre sanzioni. Il progetto di legge presentato, sostenuto sia dalla Camera dei Rappresentanti che dal Senato, prevede nuove misure economiche dure contro la Russia — tra cui un dazio del 500% e ulteriori sanzioni in caso di rifiuto di cessare le ostilità. Sebbene Trump abbia dichiarato pubblicamente che le sanzioni devono essere applicate secondo le necessità, finora non sono stati adottati passi concreti. Gli esperti avvertono che questo approccio lascia spazio a manovre politiche e manipolazioni nel campo della diplomazia e dell’economia internazionale.