La situazione dei beni russi congelati: è tempo di passare dalle parole ai fatti

Chas Pravdy - 28 Giugno 2025 09:18

Il Ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiga ha rivolto un forte appello ai partner occidentali affinché rifocalizzino i loro sforzi e utilizzino non solo gli interessi derivanti dai beni russi congelati, ma i beni stessi per sostenere l'Ucraina nella sua lotta e nella sua ripresa. Alla conferenza Fair Play dedicata alla questione delle sanzioni contro la Russia, il Ministro degli Esteri ucraino ha sottolineato che è tempo di passare a misure concrete e destinare questi fondi a obiettivi importanti per l'Ucraina. "Dobbiamo completare le discussioni sulla formulazione: dalle parole sui beni congelati alle azioni concrete: il loro utilizzo per l'acquisto di armi moderne, lo sviluppo del settore della difesa e la ricostruzione del Paese", ha affermato Sybiga. Secondo lui, la Russia continua a rappresentare una minaccia esistenziale per tutta l'Europa e lo spazio euro-atlantico, ed è per questo che è necessario adottare misure decisive e coraggiose. Ha aggiunto che l'unità e il sostegno dei partner internazionali sono fattori chiave per fermare l'aggressione russa. Il ministro ha sottolineato che, durante i colloqui con i colleghi dei paesi NATO all'Aia, ha percepito una crescente comprensione della portata della minaccia rappresentata dalla Russia. Ciò suggerisce che sempre più leader europei e mondiali siano consapevoli della necessità di adottare misure decisive contro Mosca. Premessa: l'Unione Europea ha a lungo considerato la possibilità di utilizzare i beni russi congelati. Secondo gli ultimi dati, circa 210 miliardi di euro di beni russi nell'UE sono attualmente soggetti a sanzioni. Si prevede che oltre 200 miliardi di euro rimarranno congelati almeno fino alla fine del 2025. È in corso anche un acceso dibattito sulla confisca di questi fondi e sul loro trasferimento all'Ucraina, per destinare i proventi al suo settore della difesa e al ripristino delle infrastrutture distrutte. Tuttavia, questo processo è complicato da numerosi ostacoli politici e legali. I principali paesi europei – Francia, Germania, Italia e Spagna – si oppongono alla confisca dei beni, temendo che possa allontanare gli investitori stranieri e complicare possibili futuri negoziati con la Russia. Insistono sul fatto che i beni congelati dovrebbero continuare a fungere da strumento di pressione, ma non essere una fonte di finanziamento per la guerra: dovrebbero essere utilizzati con attenzione e responsabilità. Nel frattempo, i paesi partner continuano a cercare un equilibrio tra il sostegno all'Ucraina e l'evitare ulteriori rischi per la stabilità del sistema finanziario globale. In tali condizioni, le parole e le azioni dei diplomatici e dei politici ucraini hanno ancora peso, perché dipende da loro quando e come i meccanismi definitivi per l'utilizzo dei beni congelati diventeranno parte integrante della lotta contro l'aggressione russa.

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