I paesi neutrali stanno in realtà aiutando la Russia nella sua escalation militare

I paesi che si dichiarano neutrali nell'attuale guerra della Russia contro l'Ucraina agiscono in realtà da intermediari e contribuiscono a rafforzare il complesso militare-industriale russo. Oleg Oleksandrov, rappresentante generale del Servizio di Intelligence Estero dell'Ucraina (FIS), ha rilasciato questa dichiarazione cautelativa durante la conferenza internazionale "Fair play" dedicata all'aumento della pressione sanzionatoria su Mosca, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Ukrinform. Secondo Oleksandrov, i paesi che dichiarano neutralità di solito concedono autorizzazioni alle aziende e alle società che forniscono alla Russia componenti chiave per la produzione di armi e equipaggiamento militare, contribuendo così a mantenere e ad aumentare il potenziale del complesso militare-industriale russo. Oleksandrov ha sottolineato che le imprese russe del settore della difesa continuano a sviluppare e rafforzare le proprie capacità, in particolare importando materie prime per la produzione di esplosivi, equipaggiamento ad alta tecnologia e macchine utensili ad alta precisione necessarie per la produzione di armi. È importante notare che molte di queste forniture avvengono attraverso schemi complessi e catene di rivendita che coinvolgono società intermediarie. "Un'azienda all'estero vende prodotti a un'azienda in Russia formalmente non legata all'industria della difesa, e quest'ultima rivende i beni a un'impresa militare", ha spiegato Oleksandrov. Secondo lui, i servizi segreti ucraini monitorano più di 60 aziende di questo tipo che operano in Russia e le forniscono componenti critici. Collaborando con partner internazionali, l'intelligence ucraina è riuscita non solo a smascherare nuovi schemi logistici e finanziari, ma anche a bloccare i tentativi di Mosca di acquistare beni sanzionati. Si osserva che una parte significativa dei prodotti russi importati non è formalmente soggetta alle tradizionali restrizioni all'esportazione, poiché non si tratta di equipaggiamenti militari, ma di beni a duplice uso, utilizzabili sia in ambito civile che militare. Per questo motivo, la parte ucraina insiste sulla necessità di ampliare l'elenco dei beni controllati, in particolare per includere tutti i componenti e le apparecchiature elettroniche potenzialmente utilizzabili nella produzione di armi. Inoltre, il Servizio di Intelligence Estero sottolinea l'importanza di rafforzare l'applicazione delle sanzioni secondarie, un meccanismo che consente di limitare l'accesso ai mercati internazionali per le aziende e gli Stati che sostengono l'aggressione russa. L'Ucraina insiste sul fatto che questo specifico strumento dovrebbe diventare uno dei principali per aumentare la pressione economica e diplomatica su Mosca. Poco prima, il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto sull'introduzione di nuove sanzioni contro 87 entità legate al complesso militare-industriale russo, che rappresenta una componente importante del complesso di misure volte a scoraggiare la macchina militare del Cremlino. In questo modo, le autorità ucraine dimostrano il loro incrollabile impegno a rafforzare i meccanismi sanzionatori e a contrastare l'effettivo sostegno al regime russo da parte di forze straniere provenienti da paesi neutrali.