Cinque paesi dell’UE esprimono aperta opposizione al piano britannico per un sistema migratorio “one-entry, one-exit”

Chas Pravdy - 28 Giugno 2025 04:19

Aperta protesta contro la nuova politica migratoria britannica: cinque paesi dell'Unione Europea - Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro - hanno pubblicamente espresso preoccupazione e ansia per il piano di Londra di introdurre un sistema "one-entry, one-exit" in collaborazione con la Francia. Temono che l'attuazione di questa iniziativa possa complicare significativamente la situazione del rimpatrio dei migranti irregolari e creare un ulteriore onere per i loro paesi, paesi di primo ingresso nell'Unione Europea. Lo afferma una lettera inviata alla Commissione Europea, scrive il quotidiano britannico The Times. Sono in corso a Londra attive consultazioni diplomatiche tra i leader di Gran Bretagna e Francia: il Cancelliere dello Scacchiere Keir Starmer e il Presidente francese Emmanuel Macron stanno lavorando a un accordo sovranazionale che dovrebbe consentire il rimpatrio ufficiale dei migranti irregolari che attraversano la Manica via mare. Nell'ambito di questo accordo, Londra si impegna ad accogliere i migranti che hanno motivi legali per ricongiungersi con le proprie famiglie in Gran Bretagna; in cambio, la Francia riceve l'autorità di rimpatriare gli immigrati clandestini dal territorio britannico nel continente. Separatamente, si prevede di creare un sistema congiunto per l'elaborazione delle domande dei migranti che attraversano il confine, nonché per la registrazione dei dati biometrici al fine di prevenire ripetuti tentativi di immigrazione clandestina. Lo strumento principale dovrebbe essere un progetto pilota: la creazione di un sistema che, secondo il piano, ridurrà l'attrattiva del Regno Unito come Paese di destinazione per gli immigrati clandestini. Secondo il piano, a ogni immigrato clandestino espulso dalla Francia nel Regno Unito verrà offerto di tornare nell'entroterra francese, anziché sulla costa settentrionale della Manica. Questo approccio ridurrà il numero di ripetuti tentativi di attraversamento del confine anglo-francese. Inoltre, qualsiasi ripetuto tentativo di attraversamento clandestino verrà automaticamente registrato tramite dati biometrici e i trasgressori saranno immediatamente rimpatriati. I funzionari governativi sottolineano che il nuovo schema deve dimostrare la sua fattibilità ed evitare gli errori dei programmi precedenti, compresi quelli con il Ruanda, criticati per le carenze organizzative e in materia di diritti umani. Tuttavia, l'approccio all'attuazione di questa strategia ha suscitato preoccupazione tra i partner europei: l'UE teme che possa portare al rimpatrio degli immigrati clandestini nel loro Paese di primo ingresso, anziché nel loro Paese di residenza, in violazione delle norme e degli accordi vigenti. L'accordo, il cui lancio come progetto pilota è previsto per il prossimo futuro, si inserisce in un più ampio sforzo del governo britannico per ridurre il numero di persone arrivate via mare quest'anno, che quest'anno ha raggiunto la cifra record di 18.500, il 42% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La polizia francese si sta preparando a introdurre nuove modifiche legislative che consentiranno alle forze dell'ordine di intercettare le imbarcazioni fino a 300 metri dalla costa. Questa decisione mira a ridurre ulteriormente il numero di attraversamenti illegali della Manica. Sullo sfondo di questi eventi, a maggio, nove leader europei hanno chiesto alla Corte europea dei diritti dell'uomo di rivedere l'interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La loro richiesta riguarda la rimozione degli ostacoli all'espulsione semplificata e rapida dei migranti che violano la legge o commettono reati nell'UE. Ciò, a loro avviso, ridurrà il flusso di immigrazione illegale e faciliterà la gestione delle crisi migratorie. Questa iniziativa ha ricevuto il sostegno di molte forze politiche, ma è attualmente sottoposta a un attento esame interno ed esterno.

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