Orbán afferma che l’Ungheria ha bloccato l’adesione dell’Ucraina all’UE: posizione ufficiale del governo ungherese

Chas Pravdy - 27 Giugno 2025 12:18

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato pubblicamente che i risultati del cosiddetto "referendum" sulla possibile adesione dell'Ucraina all'Unione Europea, tenutosi su iniziativa del governo locale, hanno di fatto bloccato l'ulteriore avvicinamento dell'Ucraina alla comunità europea. Ciò significa che le accese discussioni sulle prospettive di adesione dell'Ucraina hanno acquisito nuovo slancio e la posizione ufficiale di Budapest è ora per lo più contraria. Secondo il Primo Ministro Orbán, la sua decisione è stata motivata dalla consapevolezza della difficile situazione in cui versa l'Ucraina. Ha ammesso che l'Ungheria "comprende gli ucraini e apprezza la loro eroica resistenza", ma ha osservato che gli aiuti devono essere forniti con cautela per non danneggiare se stessa. "Vogliamo sostegno, ma allo stesso tempo cerchiamo di evitare uno scontro su larga scala che potrebbe compromettere la stabilità del nostro Paese. Per l'Ucraina, l'adesione all'UE significherebbe, di fatto, trasformare il nostro Paese in una zona di conflitto con la Russia, il che porterebbe all'introduzione di azioni militari già presenti sul territorio dell'Unione Europea, e, in particolare, in Ungheria", ha spiegato. La fonte del Telex riferisce che è stato grazie agli oltre due milioni di voti raccolti durante il "referendum" sulla piattaforma Voks2025 che il governo ungherese ha deciso di interrompere il processo di adesione dell'Ucraina all'UE. Secondo lui, questi risultati "hanno inviato un segnale che non possiamo e non dobbiamo andare oltre" su questo tema. Orbán, a sua volta, ha sottolineato che l'Ucraina rimane attualmente un'"entità indefinita", poiché solleva ancora molti interrogativi sul suo status di confine definito e sul suo futuro. Il Primo Ministro ha sottolineato che storicamente molti paesi ex sovietici, compresi quelli che facevano parte dell'ex Unione Sovietica, hanno ricevuto garanzie di sicurezza e riconoscimento attraverso l'adesione alla NATO, e solo successivamente hanno iniziato a integrarsi nell'Unione Europea. "In questo contesto, è importante comprendere che l'Ucraina non può aderire alla NATO ora, perché ciò significherebbe un'escalation immediata del conflitto e una guerra diretta con la Russia. Pertanto, la probabilità di una sua rapida adesione a entrambe le strutture è chiaramente e inequivocabilmente nulla", ha osservato Orbán. Va notato che alla vigilia del vertice dell'Unione Europea, 26 Stati membri, tra cui l'Ungheria, hanno confermato il loro sostegno a ulteriori negoziati per il riconoscimento dell'Ucraina come paese candidato all'adesione e hanno concordato di prendere atto della valutazione della Commissione Europea secondo cui l'Ucraina non è attualmente pronta per l'apertura ufficiale del cluster "Fondazioni" nel processo di integrazione europea. Inoltre, giovedì, alla vigilia della pubblicazione dei risultati ufficiali del "referendum", il governo ungherese ha rilasciato una dichiarazione sui risultati finali del voto. Secondo i loro dati, il 95% dei partecipanti al referendum si è opposto all'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea. Questa è stata un'ulteriore conferma della posizione politica significativa di Budapest, che si oppone apertamente al rapido avanzamento della questione ucraina nel formato di Bruxelles. In generale, questa decisione del Primo Ministro ungherese ha suscitato numerose valutazioni contraddittorie negli ambienti politici dell'UE e in Ucraina stessa. Allo stesso tempo, è diventata un ulteriore segnale che i primi segnali di una divisione stanno già emergendo nella comunità europea riguardo all'ulteriore percorso dell'Ucraina verso un'ampia integrazione europea e che i singoli paesi, in primo luogo l'Ungheria, manterranno la propria posizione indipendente, guidata dagli interessi nazionali e dagli aspetti di sicurezza.

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