Analisti europei affermano: gli Stati Uniti non sono riusciti a distruggere le riserve nucleari dell’Iran

Secondo gli ultimi dati ricevuti dai governi europei dalle agenzie di intelligence, gli Stati Uniti non sono riusciti a distruggere completamente le riserve di uranio arricchito dell'Iran. Ciò contraddice le arroganti dichiarazioni dell'amministrazione statunitense e mette in dubbio l'affermazione secondo cui il programma nucleare iraniano sarebbe stato completamente smantellato dopo i recenti attacchi statunitensi ai suoi principali impianti. Come riportato dal Financial Times, citando due alti funzionari anonimi vicini al processo, le agenzie di intelligence dispongono di dati propri che indicano che le riserve di uranio altamente arricchito dell'Iran sono rimaste praticamente invariate e sono state concentrate in diversi depositi, e non in un unico luogo, come affermato da fonti ufficiali statunitensi. Secondo le stime, dall'inizio dei recenti attacchi aerei, nel Paese sono rimasti circa 408 kg di uranio arricchito a un livello tale da consentire la produzione di armi nucleari. Tuttavia, l'attacco del fine settimana, che ha preso di mira Fordow, uno dei due principali siti del programma nucleare iraniano, non ha distrutto né danneggiato in modo significativo queste riserve. Fonti governative europee hanno affermato che l'intelligence indicava che queste scorte erano distribuite in tutto il Paese, probabilmente anche prima dell'inizio degli attacchi. Mettono in dubbio l'affermazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui i bombardamenti avrebbero "distrutto" il programma nucleare iraniano. Secondo gli interlocutori, tutte e tre le parti coinvolte – sia negli Stati Uniti che nell'Unione Europea – sono attualmente in attesa di un rapporto di intelligence completo e dettagliato sull'entità dei danni. Una fonte ha affermato che i dati preliminari indicavano "danni significativi", ma non la completa distruzione dei siti. Nel frattempo, funzionari iraniani hanno suggerito che le scorte di uranio arricchito potrebbero essere state rimosse al momento degli attacchi, avvenuti pochi giorni dopo i raid aerei israeliani sul Paese. Stati Uniti e Israele hanno negato con veemenza che gli attacchi abbiano fermato il programma nucleare iraniano, mentre Trump ha pubblicamente affermato che i suoi attacchi hanno "fatto arretrare l'Iran di mesi". Tuttavia, la Commissione israeliana per l'energia atomica questa settimana ha sottolineato che gli attacchi statunitensi e israeliani hanno "fatto arretrare l'obiettivo nucleare dell'Iran" per molto tempo, forse anni. Tuttavia, gli esperti avvertono che, anche se le scorte e le attrezzature venissero parzialmente distrutte, Teheran potrebbe ancora avere la capacità di riavviare rapidamente il suo programma nucleare. Stimano che, se l'Iran continuasse ad accumulare uranio arricchito e avesse accesso a centrifughe moderne, anche nascoste, potrebbe potenzialmente ottenere materiale fissile sufficiente per costruire un'arma nucleare a breve termine. La scorsa settimana, il presidente degli Stati Uniti ha paragonato i recenti attacchi contro le strutture iraniane ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, sottolineando che queste azioni hanno una portata storica e le loro conseguenze saranno piuttosto gravi. Tuttavia, la realtà della situazione è più complessa e, secondo gli analisti internazionali, il quadro finale è ancora lungi dall'essere completo. Pertanto, la necessità di ottenere informazioni di intelligence complete per analisi più accurate e ulteriori azioni rimane fondamentale.