Tensione in aumento: Israele e USA si preparano a un possibile escalation militare contro l’Iran
Secondo quanto riportato da un'autorevole testata americana, The New York Times, alti funzionari israeliani sottolineano che gli Stati Uniti potrebbero presto unirsi a un'operazione militare contro l'Iran. Sebbene nell'amministrazione dell'allora presidente Donald Trump non sia ancora stata presa una decisione definitiva sull'intervento nel conflitto, sono già in corso ampie preparazioni: in particolare, negli Stati Uniti si stanno ripianificando i possibili attacchi, incluso lo spostamento di forze aeree strategiche verso regioni chiave. Fonti, che hanno preferito rimanere anonime, hanno comunicato che i funzionari israeliani garantiscono il loro pieno appoggio in qualsiasi momento a Washington nella campagna contro Teheran. Secondo loro, le azioni militari potrebbero iniziare già nelle prossime giorni, considerando la crescente tensione intorno al programma nucleare iraniano e le capacità militari dell'aggressore. Il processo di coordinamento a Washington prosegue, e sebbene i rappresentanti ufficiali della Casa Bianca non abbiano ancora annunciato una decisione definitiva, ci sono segnali evidenti di attività: diversi bombardieri strategici statunitensi B-2 sono già stati decollati, essere stati spostati dal teatro delle operazioni nel Pacifico alle regioni più vicine al Medio Oriente. Ciò indica un'attivazione preparatoria a un'ipotetica vasta operazione militare. Le fonti governative segnalano che l'amministrazione americana non ha fretta di prendere una decisione definitiva, preferendo invece valutare attentamente tutte le conseguenze possibili. È emersa anche la notizia che il presidente Donald Trump avrebbe approvato un piano di attacchi contro obiettivi nucleari iraniani, tra cui un attacco mirato alla Fordo — un importante complesso sotterraneo legato al programma nucleare. Tuttavia, al momento Trump si astenerebbe dal firmare l'ordine, in quanto sta ancora analizzando la situazione e valutando i rischi. Lo ha confermato anche la portavoce della Casa Bianca, Caroline Leavitt, che il 19 giugno ha annunciato che la decisione finale sulle azioni statunitensi contro l'Iran sarà presa entro le prossime due settimane, sottolineando che fino ad allora diplomazia e negoziati rimangono la priorità. Già l'autunno scorso si erano diffuse voci secondo cui Trump avrebbe approvato un piano di attacco militare alle infrastrutture nucleari iraniane. In colloqui con alti funzionari del Dipartimento della Difesa, il leader statunitense aveva manifestato dubbi sull’efficacia di attacchi a singoli obiettivi, cercando di evitare un’escalation e mantenere aperta la possibilità di un’uscita diplomatica dalla crisi. Tuttavia, le preparazioni alle eventuali azioni proseguono, e l’obiettivo principale è attualmente evitare conseguenze imprevedibili e trovare metodi più efficaci di pressione su Teheran. Analisti di spicco valutano la situazione, evidenziando come qualsiasi mossa possa modificare significativamente il livello di sicurezza nella regione del Medio Oriente, oltre a influenzare i mercati energetici internazionali e la politica globale. I leader israeliani, a loro volta, hanno già dichiarato la disponibilità a sostenere qualsiasi azione degli Stati Uniti volta a impedire il nucleare iraniano, rafforzando le campagne mediatiche per preparare il mondo a possibili azioni militari. In generale, la situazione resta tesa, e la linea tra diplomazia e scenario militare si assottiglia sempre di più. Una cosa appare chiarissima: nelle prossime settimane il mondo assisterà agli sviluppi di eventi che potrebbero cambiare il panorama geopolitico del Medio Oriente e oltre.