Il giornalista del governo e della lotta per la giustizia è tornato a casa: Vladyslav Yesypenko liberato dal naufragio russo nella penisola occupata della Crimea

Chas Pravdy - 22 Giugno 2025 21:44

Dopo oltre quattro anni di ingiusta detenzione, che mette in discussione qualsiasi norma del diritto internazionale e della libertà di parola, il giornalista ucraino Vladyslav Yesypenko ha finalmente avuto la possibilità di essere libero. Il 20 giugno di quest’anno ha lasciato le mura della prigione russa e ha rapidamente raggiunto la libertà, tornando dalla Crimea occupata, dove era detenuto dal 2021. La sua liberazione non è solo il ritorno di una singola persona, ma un vivido esempio di lotta per la verità e la libertà di stampa in condizioni sempre più truci, aggravate dal contesto della guerra russo-ucraina e delle politiche repressive. Fonti, tra cui il progetto del servizio ucraino di Radio Liberty «Crimea.Realities», confermano questa importante notizia. Radio Liberty, informando su questo episodio, ha ringraziato i governi degli Stati Uniti e dell’Ucraina per il loro sostegno costante e insistente nel riportare Vladyslav a casa. Il capo dell’organizzazione, Steven Capus, in commenti ha sottolineato che Yesypenko ha subito tortura fisica e psicologica durante la detenzione, e ha affermato che la libertà del giornalista è il risultato di una lunga cooperazione internazionale e di sforzi globali. «Oltre quattro anni Vladyslav ha subito pressioni e abusi da parte delle forze di sicurezza russe, che lo hanno punito arbitrariamente con l’accusa inventata, — ha dichiarato Capus. — Radio Liberty esprime la sua sincera gratitudine ai governi degli Stati Uniti e dell’Ucraina per il loro attivo supporto e lavoro affinché non si verificasse un’ulteriore umiliazione nei confronti del nostro collega. Siamo anche profondamente grati alla comunità internazionale dei difensori della libertà di stampa per il loro instancabile aiuto e advocacy, che sono stati la chiave per salvarlo e permettergli di tornare in patria». La storia di questo evento tragico e liberatorio inizia già il 10 marzo 2021. Quel giorno, Vladyslav Yesypenko scomparve dai radar delle notizie: improvvisamente smise di mettersi in contatto con i familiari. Successivamente si scoprì che era stato arrestato dai servizi segreti russi — il FSB, il Servizio di Sicurezza Federale della Russia. Lo accusarono di «crimini» che avrebbero incluso presunte connessioni con i servizi segreti ucraini e il possesso e il trasporto di munizioni in Crimea. Si trattava di accuse del tutto fabbricate, mirate a distorcere le sue attività e a screditarlo come giornalista ucraino. Dopo l’arresto, Yesypenko fu sottoposto a terribili torture, tra cui scariche elettriche, un metodo classico di coercizione per ottenere «testimonianze» sotto costrizione. Il suo abusi fisici e psicologici divennero un segreto per l’opinione pubblica solo successivamente, quando il suo caso iniziò a ricevere un’ampia copertura sui media internazionali e ucraini. Il 16 febbraio 2022, Vladyslav fu condannato a sei anni di carcere in una colonia di regime generale e a una multa di 110 mila rubli. Gli investigatori e i tribunali russi chiedevano per lui una pena più severa — fino a 11 anni di reclusione. Tuttavia, grazie alle pressioni e alle negoziazioni del suo difensore, Yesypenko riuscì a ottenere una riduzione della condanna: fu condannato a 5 anni, una pena attenuata, che ha anche permesso di ridurre i costi materiali, fondamentale per il suo futuro. Come risultato di questa lunga battaglia contro il sistema spietato della Russia, delle iniziative diplomatiche e degli sforzi internazionali, Vladyslav Yesypenko ha finalmente avuto la possibilità di tornare in Ucraina. È stato possibile grazie alla tenacia dei diplomatici ucraini, degli attivisti delle organizzazioni per i diritti umani e della comunità globale, che non potevano restare indifferenti alla voce giusta del giornalista che lotta per la libertà di parola e l’informazione indipendente. Già ora, libero, Vladyslav Yesypenko invita a non dimenticare le voci di chi, attraverso repressioni politiche e guerra, viene privato dei diritti e delle libertà. La sua storia è un promemoria che la lotta per la giustizia, la libertà di stampa e i valori umani non finisce mai, nemmeno nei momenti più bui. La liberazione di Vladyslav Yesypenko non è solo un simbolo di speranza per i giornalisti ucraini, ma anche un appello al mondo a mantenere attenzione e sostegno a coloro che combattono per la verità in condizioni difficilissime. Ora è tornato a casa, ma la sua testimonianza di torture e sofferenze rimarrà nei cuori di molti come simbolo della lotta senza compromessi per la libertà, che apprezziamo con fermezza e urgenza.

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