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Secondo quanto riportato dalla testata americana The New York Times, alla fine della settimana scorsa si è svolto un incontro importante e piuttosto teso tra il rappresentante speciale del presidente degli Stati Uniti, Keith Kellogg, e il presunto presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko

Chas Pravdy - 21 Giugno 2025 23:40

Lo scopo principale di questa conversazione era stabilire un dialogo volto a trovare una possibile via per la pace nel conflitto armato che da diversi mesi infuria tra Ucraina e Russia. Secondo le informazioni della portavoce di Lukashenko, Natalia Eismont, i negoziati sono durati oltre sei ore e mezza — da venerdì sera fino a tardi, sabato. I partecipanti hanno discusso un'ampia gamma di questioni, tra cui misure per rimuovere o allentare le sanzioni internazionali contro la Bielorussia, nonché problematiche direttamente legate all’Ucraina, al Medio Oriente e ai rapporti di Minsk con attori chiave come Russia e Cina. NYT sottolinea che questa visita è stata particolarmente significativa, poiché a Minsk erano presenti non solo Keith Kellogg, ma anche Christopher Smith, vice assistente del Segretario di Stato USA, che aveva già visitato la Bielorussia alla fine di febbraio di quest’anno. In quell’occasione si mirava a concludere un accordo su larga scala che avrebbe potuto portare concessioni a Lukashenko, come il rilascio di prigionieri politici — condizione che avrebbe aiutato a ridurre parte delle pressioni internazionali e rafforzare la posizione della Bielorussia sulla scena globale. Con soddisfazione, si può segnalare che alla fine della settimana si è verificato il primo rilascio graduale di 14 prigionieri, tra cui tre cittadini statunitensi. Questo rappresenta un passo significativo nel processo di alleviamento delle tensioni che da tempo affliggono il paese. Le informazioni provenienti da precedenti negoziati confermano che Lukashenko ha ripetutamente cercato di comunicare a Mosca la propria lealtà e il sostegno agli interessi russi. Per esempio, nel 2020, durante periodi di intensi sforzi occidentali per allentare la collaborazione strategica tra Minsk e Mosca, allora Segretario di Stato USA, Mike Pompeo, si concentrava sul tentativo di indebolire l’unità fra Bielorussia e Russia. Tuttavia, tali tentativi fallirono quando Lukashenko dichiarò di aver vinto le elezioni, provocando proteste di massa e critiche internazionali. Ora, gli analisti affermano che gli obiettivi di Kellogg sono più indirizzati a valutare il ruolo di Minsk nella ricerca di una pace tra Ucraina e Russia, piuttosto che a distanziarsi da Mosca. Durante l’incontro, svoltosi in un’atmosfera di tensione reciproca, Kellogg ha osservato: “Viviamo in un tempo molto pericoloso, in cui le crisi che affrontiamo possono deteriorarsi rapidamente se non agiamo con saggezza e giustizia.” In risposta, Lukashenko ha garantito un cessate il fuoco e ha promesso di evitare un’escalation — si prevede che “non ci saranno nuove escalation né in Bielorussia né intorno a noi.” Inoltre, assumendo il ruolo di interlocutore e statista, ha fatto ulteriori sforzi per convincere Mosca della propria lealtà verso la Russia. In particolare, il giorno della visita, Lukashenko è stato ricevuto dall'investigatore principale russo, Aleksandr Bastrikin — stretto alleato di Vladimir Putin, che ha rivolto il suo saluto al leader bielorusso a Minsk e ha sottolineato che “in questi tempi difficili rimaniamo al vostro fianco.” Lo stesso giorno, in cui si è svolto questo incontro cruciale, il governo di Lukashenko ha compiuto anche un gesto di volontà — apparentemente per migliorare la propria immagine internazionale — e ha rilasciato 14 attivisti politici, tra cui il noto oppositore Syarhei Tsikhanouski, che era stato detenuto a lungo. In generale, questo dialogo rimane ancora in gran parte riservato e di difficile interpretazione, ma già oggi si vede chiaramente che Minsk e Washington stanno cercando un terreno comune nella volontà di evitare un ulteriore escalation del conflitto in Ucraina e di ridurre le tensioni nella regione. Il fatto che Lukashenko continui a mostrare la sua lealtà a Mosca, insieme agli sforzi statunitensi di coinvolgerlo nella ricerca di una soluzione pacifica, suggerisce un possibile nuovo passo nelle trattative diplomatiche, poiché nelle condizioni attuali stabilità e pace in Europa orientale continuano a essere minacciate da molteplici sfide e rischi.

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