L’Unione Europea ha deciso di rinviare il piano di abbassamento del limite massimo di prezzo sul petrolio russo a causa degli ultimi eventi in Medio Oriente, che hanno suscitato grande preoccupazione per la stabilità del mercato energetico globale

Ciò è stato una sorpresa per il mercato e i politici, poiché a Bruxelles doveva essere discussa, in anticipo, la proposta di nuove misure, tra cui la riduzione del prezzo massimo per il petrolio importato dalla Russia da 60 a 45 dollari al barile. Fonti vicine alla diplomazia europea riferiscono che la principale ragione del rinvio è l’escalation del conflitto tra Israele e Iran, che sta rapidamente complicando la situazione in Medio Oriente e crea rischi aggiuntivi per il mercato energetico mondiale. Secondo diplomatici anonimi, pianificare nuovi limiti di prezzo nelle attuali condizioni è praticamente irrealistico, poiché un rapido aumento o fluttuazione dei prezzi del petrolio potrebbe influenzare negativamente le economie degli Stati membri dell’UE. Va inoltre aggiunto che la questione del limite di prezzo è stata attivamente discussa nel contesto del vertice G7, che si è recentemente svolto in Canada. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato pubblicamente che le misure attualmente in vigore, tra cui i limiti di prezzo, hanno solo un effetto parziale, sebbene svolgano la loro funzione di contenere il carico sul mercato in un contesto di aumento dei prezzi. Ha sottolineato che negli ultimi giorni si è osservata una tendenza al rialzo del costo del petrolio, e quindi, in questa fase, non è opportuno prendere decisioni per modificare i limiti attuali. Secondo fonti, la situazione del mercato rimaneva molto instabile a causa del conflitto attivo tra Israele e Iran, che ha peggiorato la dinamica prevedibile dei prezzi del petrolio. L’aumento dei prezzi delle materie prime ha complicato le decisioni relative alla riduzione del limite di prezzo e ha creato sfide aggiuntive per l’attuale politica di sanzioni contro la Russia. In precedenza, già a giugno, "Europa Vera" riferiva che l’UE non ha ancora intenzione di ridurre autonomamente il limite di prezzo per il petrolio, poiché questa iniziativa probabilmente non sarebbe sostenuta dal "Gruppo dei Sette". Da parte sua, l’Ucraina ha invitato l’UE a ridurre il limite di prezzo a 30 dollari al barile, sottolineando che ciò potrebbe ulteriormente aggravare la pressione finanziaria sulla Russia e rafforzare il regime di sanzioni. Nonostante questi passi, in precedenza l’ex politico Donald Trump aveva affermato che la riduzione dei prezzi mondiali del petrolio rappresenta uno strumento importante per concludere l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia. Tuttavia, attualmente, la situazione in Medio Oriente alimenta preoccupazioni sull’impatto dei conflitti e dell’instabilità regionale sul mercato energetico globale, complicando l’attuazione di restrizioni sui prezzi più severe e la cooperazione internazionale in questo ambito. In conclusione, la questione della riduzione del limite di prezzo sul petrolio russo rimane aperta, e la sua risoluzione dipende non solo da fattori economici, ma anche dalla situazione geopolitica, che si è acuita in Medio Oriente. Si prevede che nel prossimo futuro l’UE, considerando le nuove sfide e i rischi, si asterrà da decisioni affrettate per non aggravare l’instabilità nei mercati energetici mondiali.